“Non dovrebbe esserci alcun utile sulle pandemie. Si chiede un vaccino e un trattamento adeguato, perché di fronte a una pandemia tutti hanno diritto a una cura. Una minaccia collettiva richiede una risposta collettiva. I ricercatori di tutto il mondo stanno sviluppando vaccini e trattamenti, spesso usando ingenti somme di denaro pubblico. I diritti di proprietà intellettuale, come i brevetti, non dovrebbero limitare il rapido accesso a vaccini e trattamenti per tutti”: da questa premessa prende le mosse l’iniziativa dei cittadini europei. Il link ufficiale è il seguente: https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2020/000005_it
L’Italia, con oltre 45mila firmatari, è tra i Paesi in prima fila per la raccolta del milione di firme necessarie. Roberto Rossi si è fatto promotore a Carpi dell’iniziativa dei cittadini europei denominata: Diritto alle cure. “Si tratta – spiega – di uno strumento che consente ai cittadini dei paesi membri di far inserire nell’agenda dell’Unione questioni che stanno loro a cuore. Non si tratta di proporre nuove leggi, dagli esiti incerti e tempi di approvazione lunghi, ma di applicare norme esistenti in materia di sanità pubblica, considerato lo stato di emergenza. In caso di pandemia, come quella attuale, permettere agli Stati di derogare ai vincoli contrattuali, in modo da produrre i vaccini con licenza pubblica, senza dover sottostare alle norme di sfruttamento dei brevetti (proprietà industriale) e a sostenere costi maggiori per la collettività.
I vaccini attualmente disponibili – prosegue Rossi – sono stati sviluppati con massicci finanziamenti statali e i contratti di fornitura delle case produttrici assicurano ogni sorta di tutela alle compagnie farmaceutiche. L’iniziativa pone al centro il diritto alla salute come principio di maggior tutela rispetto al pur legittimo ottenimento del profitto da parte delle imprese”. Inoltre, possibili quanto molto probabili nuove vaccinazioni di massa potrebbero rendersi necessarie per tenere sotto controllo le varianti del virus a partire da fine anno, come accade per i virus influenzali stagionali che di anno in anno mutano. Per questo Roberto Rossi vuole sensibilizzare ogni persona maggiorenne a sottoscrivere l’iniziativa online. E aggiunge: “Lancio anche un appello al gabinetto del Sindaco, agli assessori ed ai rappresentanti di ogni appartenenza politica, prima come cittadini e in secondo luogo come amministratori, a condividere e inserire nell’ordine del giorno del Consiglio Comunale una mozione a sostegno degli obiettivi dell’Iniziativa dei Cittadini Europei in oggetto. Un modo per inviare un segnale da parte dell’amministrazione comunale anche verso le altre amministrazioni e al mondo politico in generale, oltre che ai carpigiani. Un voto favorevole esprimerebbe una visione lungimirante a tutela di un diritto fondamentale”. Conto che nel breve, per dare il proprio sostegno, potrà essere organizzata anche la sottoscrizione mediante i moduli cartacei conformi e regolati, dedicata a tutti coloro ancora sprovvisti dell’identità digitale, cd. SPID, o più semplicemente non abbiano confidenza con la modalità online via internet”.
In occasione dell’Erasmus tra il 1996 e 1997 Roberto Rossi da studente universitario ha potuto frequentare una delle divisioni generali della Commissione europea, precisamente la Direzione Generale per la politica delle imprese, commercio, turismo ed economia sociale. “Feci parte per un breve periodo, di quella generazione di cittadini europei che hanno goduto dei vantaggi dell’Unione e di cui ancora oggi beneficio grazie all’esperienza vissuta. Con una nota romantica posso dire che mentre mia mamma fu migrante nell’Europa post-bellica per necessità economica, a distanza di poche generazioni, io figlio di quei migranti, ho ricevuto un aiuto economico per vivere e studiare in un altro paese, come titolare di diritti universali che l’Unione ha promosso e assicura. Un salto enorme se si pensa che dalle rovine della Seconda guerra mondiale, con il nostro paese uscito sconfitto e distrutto, siamo stati artefici, con il gruppo di paesi fondatori, della nascita dell’Unione. Anche per questo la mia convinzione nell’Unione Europea è oggi più che mai forte, perché ne condivido e ne vivo i valori costitutivi”.
Sara Gelli