Non tutti possiedono il pollice verde e chi ce l’ha, ha tra le mani un dono a dir poco incredibile. Ma non serve disperarsi, con un po’ di pazienza e tanta dedizione, infatti, tutti possono apprendere alcuni trucchi per far fiorire il proprio giardino o, in mancanza di un pezzettino di terra, il balcone.
Gli insetti impollinatori, si sa, sono in grave pericolo. La popolazione mondiale delle api è in costante calo. Le cause sono numerose e vedono imputati cambiamenti climatici, distruzione degli habitat, insetticidi, nuovi parassiti e predatori che mettono a rischio la sopravvivenza di questi importantissimi insetti. Per questo motivo sempre più persone stanno progettando zone verdi e angoli di giardino o terrazzi con fiori e piante particolarmente ricche di polline. Per cimentarsi in questa colorata – e salvifica – avventura occorre partire ora, poiché, nonostante la primavera non sia ancora ufficialmente iniziata, ne sentiamo già il tepore. Le ore di luce si allungano e la natura esplode. “Dedicarsi alla cura di un giardino, un orto o, semplicemente di un terrazzo, fa bene all’anima e alla forma ma non dimentichiamo che ogni angolino verde costituisce una risorsa importantissima per l’ambiente”, sorride Daniela Rustichelli, delegata Lipu di Carpi.
Costruire un giardino o un terrazzo dove ci sia un insieme eterogeneo di piante utili per gli impollinatori è quindi di fondamentale importanza. Ma quali essenze scegliere? Optare per le erbe selvatiche e le piante autoctone è sempre la scelta migliore. Dunque non ci resta che guardare la natura di casa nostra per trarre la giusta ispirazione.
“Le pratoline ( Bellis perennis), conosciute da tutti come margherite, – spiega Rustichelli – sono le piccole del prato, dal latino belle per sempre, poiché possono fiorire in qualsiasi mese dell’anno. Basta un giorno di sole per farle schiudere e ora stanno iniziando a ricoprire i prati, soprattutto quelli esposti al sole, così come la calendula, pianta medicinale simile alla pratolina ma dai petali arancioni.
Seguiranno il tarassaco, o piscialetto, e la veronica, quella piccola piantina che tutti chiamano Occhi di Madonna e che crea delle bellissime chiazze azzurre nei prati. E, ancora, lungo i fossati, potremo ammirare i ranuncoli, mentre purtroppo la tussilaggine medicinale, i cui fiori sono simili al tarassaco ma coi petali radi, che fino a vent’anni fa ricopriva persino i fossati in prossimità della tangenziale di Carpi è ormai scomparsa, così come il farfaraccio delle zone ombrose, dalle larghe foglie oggi presente solo in collina. Da una settimana poi stiamo assistendo all’esplosione delle viole: suggestivi tappeti che dal viola scuro (viola mammola) sfumano nel lilla e nell’azzurro (viola odorata) perché le specie di questi fiori sono numerose, anche se alcune stanno purtroppo sparendo. Come la viola alba, fiore bianco che un tempo si poteva ammirare anche nella periferia cittadina e ora è solo nelle campagne o la viola pumila rintracciabile ormai soltanto nella Bassa reggiana… Le viole si riproducono per via vegetativa con stoloni, formando dei veri e propri cuscinetti ma la vera riproduzione viene garantita dalle formiche che ne trasportano i semini. Questi insetti infatti cercano di immagazzinarli nei formicai ma, disperdendone una parte, fanno sì che questi fiori spuntino ovunque sul loro cammino”.
Non c’è niente di più piacevole di un prato cresciuto naturalmente, pieno di fiori selvatici, su cui farfalle, bombi e sirfidi si posano a caccia di nettare e riempiendo l’aria con il loro ronzio. Per ricrearne uno basta dunque piantare – e in commercio ve ne sono tanti – mix di questi fiori di campo.
Anche le bulbose sono preziose per gli impollinatori e per abbellire ogni aiuola che si rispetti: “in questo momento – prosegue Daniela Rustichelli – i giardini sono pieni di tulipani, giacinti, narcisi, scilla, crocus… un vero ben di dio per gli impollinatori”.
Anche alberi e arbusti per chi ha a disposizione un giardino più ampio offrono un contributo prezioso: “i primi che fioriranno sono i prugnoli, poi seguiranno i sanguinelli, i biancospini, gli albicocchi, le magnolie, il ligustro… per non parlare poi di salici e pioppi, i primi a fiorire, che offrono non solo tantissimo polline ma anche resina, sostanza raccolta dalle api per fare il propoli, potente antibatterico naturale con cui disinfettano ogni parte dell’alveare”.
I consigli però non finiscono qui, arrivederci alla prossima puntata.
Jessica Bianchi