Sono gialli, in cemento armato e decisamente antiestetici. Stiamo parlando dei new jersey, le barriere che fiancheggiano le nuove piste ciclabili realizzate in via Nuova Ponente e lungo il tratto di via Remesina esterna, in corrispondenza delle vie Ceccona e Gruppo.
Piazzati per proteggere i ciclisti dalle auto in transito, tali manufatti in cemento rappresentano una novità per la nostra città. Perché sono stati introdotti?
A spiegarlo è l’assessore ai lavori Pubblici, Marco Truzzi: “i percorsi di via Nuova Ponente, Lago di Bracciano e Ramazzini sono progetti risalenti al 2018 e che hanno impiegato anni per vedere la luce a differenza della Rete di mobilità di emergenza che siamo riusciti a mettere in campo nei mesi scorsi. Tali progetti sono quindi figli di due codici della strada differenti. La normativa risalente a prima del settembre 2020 stabiliva che in ambito urbano ed extraurbano le ciclabili che corrono contromano rispetto al senso di marcia venissero separate dalla carreggiata con delle barriere invalicabili”.
Ergo per la ciclabile di via Nuova ponente, che è una bidirezionale, e per quella di via Remesina percorribile contromano rispetto al senso unico introdotto nel tratto Ceccona – Gruppo, vige l’obbligo dei new jersey mentre in via Aldo Moro dove insistono due corsie monodirezionali su entrambi i lati della strada, nonostante sia stata progettata prima del settembre 2020, no.
La buona notizia è che in futuro non dovremmo più vedere metri e metri di ininterrotti blocchi di cemento giallo poiché a fiorire, anche nella nostra città, potrebbero essere le bike lane, alias corsie ciclabili, opportunità introdotta col Decreto Rilancio del 2020. Le Bike Lane sono una novità per il nostro Paese, seppure siano già molto diffuse in tutta Europa: si tratta di corsie ciclabili ad uso promiscuo, che dunque possono essere eventualmente usate anche da altri mezzi, sempre inserite sul lato destro della strada. Pertanto, hanno nella loro definizione basilare un senso unico di percorrenza.
“Dal settembre 2020 in ambito urbano abbiamo vita più facile in quanto possiamo tracciare ciclabili contromano inserendo contestualmente il limite dei 30 all’ora, ma il futuro della mobilità dolce fa rima con bike lane. Le biciclette sono veicoli e in quanto tali devono avere la possibilità di procedere speditamente e nel pieno rispetto delle regole. Ecco perché per facilitare gli spostamenti casa – lavoro è necessario che i ciclisti possano attraversare la città velocemente, utilizzando le strade. L’obiettivo è dunque quello di creare delle corsie tratteggiate monodirezionali per liberare ciclabili e marciapiedi. In questo modo ciascuno avrà una sede dedicata all’interno della quale muoversi in piena sicurezza”, conclude l’assessore Truzzi. Senza new jersey.
Jessica Bianchi