250 casi incidenti di Covid su 100mila abitanti. E’ questo il limite di sicurezza stabilito dall’ultimo Dpcm del Governo, superato il quale è necessario intervenire con urgenza per arginare una situazione epidemiologica potenzialmente esplosiva. In provincia di Modena, nelle ultime due settimane (dal 13 febbraio al 10 marzo) l’incidenza è di 427 nuovi casi positivi per 100mila abitanti: “ben oltre i valori di sicurezza”, ha commentato Antonio Brambilla, direttore generale dell’Azienda Usl di Modena. Praticamente una polveriera. Il tasso di positività dei tamponi effettuati è del 14,5% e a preoccupare è anche la crescente prevalenza di giovani colpiti dalla malattia.
“La fascia di età in cui si registra l’incremento maggiore – spiega il direttore – è quella che va dai 6 ai 18 anni. L’incidenza nella classe d’età 11 – 13 anni è di ben 739 ogni 100mila abitanti”. I distretti più duramente messi alla prova sono quelli di Castelfranco, Vignola e Sassuolo, ma l’intera situazione provinciale è a rischio: la curva continua a salire, l’indice medio di trasmissibilità è pari a 1 e aumentano contagi e ricoveri. “Al momento sono oltre 14mila i positivi assistiti al loro domicilio. Durante il picco di novembre avevamo raggiunto quota 17mila ma con questo trend ci torneremo tra pochi giorni. La pressione è grande”, prosegue Brambilla.
I numeri dei ricoveri sono impietosi e gli ospedali saturi: “oggi nelle strutture ospedaliere di Modena e di tutta la rete provinciale abbiamo 500 pazienti Covid positivi ricoverati di cui 409 degenti in area medica, 33 in subintensiva e 57 in intensiva. Questi nuovi pazienti pare stiano un po’ peggio rispetto al passato e hanno prevalentemente tra i 40 e 59 anni”, sottolinea Brambilla.
I posti letto disponibili in provincia di Modena infatti sono 511, 417 in area medica, 36 in subintensiva e 58 in intensiva. Insomma, sono pieni.
L’Ospedale di Carpi ne ha 41, di cui 29 di area medica, 8 di subintensiva e 4 di intensiva e anche lì non c’è praticamente più posto.
Quanto potranno reggere ancora gli ospedali? Una volta terminati i posti letto dedicati quanto è alto il rischio che si paralizzi nuovamente l’attività ospedaliera dedicata ai pazienti No Covid?
“Abbiamo una unità di crisi che si riunisce tutti i giorni per monitorare l’andamento di contagi e ricoveri – spiega Brambilla – e che si occupa della rimodulazione dei posti letto negli ospedali. Abbiamo bloccato l’attività chirurgica programmata e al momento siamo in grado di assicurare solo urgenze e oncologici. Negli ospedali continuiamo a gestire un elevato numero di pazienti Covid negativi in area medica e questo rende l’organizzazione complessa, ricordo infatti che lo scorso anno, in occasione della prima ondata, era stato bloccato tutto. Stiamo tentando di mantenere l’equilibrio e di salvaguardare tali posti letto ma non è semplice. Di giorno in giorno valutiamo come procedere e auspico che gli ultimi provvedimenti presi, ovvero l’introduzione della zona rossa, possano ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere. L’ondata di crescita delle ultime settimane ci ha messo in difficoltà e stiamo cercando di gestirla. I posti letto dedicati sono agli sgoccioli ma siamo ancora in grado di destinarne all’altri”.
Jessica Bianchi