Don Luca Baraldi “fidei donum” in Canada dal 1° luglio

Il vescovo Erio Castellucci: “Per noi è un sacrificio però oserei pensarlo come un investimento: in questi anni ci aiuterà a respirare l’ossigeno della missione”.

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Al termine della messa delle Ceneri nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Carpi, il parroco don Luca Baraldi, ha annunciato alla comunità che dal 1° luglio inizierà la sua missione come sacerdote “fidei donum” in una diocesi del Canada. 

“Nelle scorse settimane – ha annunciato don Luca – il Vescovo Erio ha sottoscritto un accordo fra la nostra Diocesi e quella di Mackenzie-Fort Smith in Canada, con il quale è stata accolta la richiesta del Vescovo Jon Hansen di inviarmi come presbitero in servizio “fidei donum”, per tre anni, in quella Diocesi. Tale servizio diventerà effettivo a partire dal primo di luglio prossimo.

Così dopo la partenza per il Brasile di don Francesco Cavazzuti, avvenuta ormai più di 50 anni fa, ora sarò io a partire per la missio ad gentes. La Diocesi di Mackenzie-Fort Smith a cui sarò inviato copre un territorio di un milione e mezzo di chilometri quadrati, corrispondenti alla regione dei Territori del Nord Ovest, di parte del Nunavut e di una porzione di Alberta. Vi risiedono circa 50.000 persone e vi operano 5 presbiteri. Gli insediamenti sono dispersi nell’area del circolo polare artico, perciò si può parlare di comunità remote, ove le disparità sociali sono molto significative. Nei prossimi mesi avremo la possibilità di prepararci insieme al cambiamento che ci riguarderà tutti: voi, perché accoglierete un nuovo parroco io perché, andando alla fine del mondo, dovrò imparare ancor più ad ascoltare quanto la voce dello Spirito dice alle Chiese”.

“Da alcuni mesi – commenta il vescovo Erio Castellucci  don Luca ha manifestato il desiderio, da lui a lungo coltivato, di vivere un’esperienza di missione in Canada, dove era già stato per un certo tempo. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni e ho ricevuto l’impressione tutte le volte di un desiderio autentico e coltivato nella preghiera. Don Luca parte non perché sia scontento della diocesi o della parrocchia, e nemmeno perché sia mosso da sogni di avventura. Parte perché avverte il richiamo di una Chiesa missionaria, ‘in uscita’ come dice papa Francesco, e ritiene che la sua esperienza canadese possa arricchire non solo la comunità che andrà a servire, ma anche la nostra Chiesa di Carpi. Certo per noi è un sacrificio, e forse non tutti capiranno; però oserei pensarlo come un investimento: in questi anni ci aiuterà a respirare l’ossigeno della missione e, una volta che don Luca sarà tornato, darà prospettive nuove e più dinamiche alla nostra vita pastorale”. 

Ì

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