Il Covid è un banco di prova e non tutti si stanno mostrando all’altezza

Non mancano le testimonianze di pazienti positivi al Covid e in isolamento domiciliare che si sono sentiti soli e senza indicazioni precise su come comportarsi o su quali farmaci assumere. Una latitanza che, in alcuni casi, ha compromesso inesorabilmente il rapporto fiduciario medico-paziente.

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La medicina territoriale, lo ribadiamo da anni, è la chiave di volta per tentare di far fronte alle sfide che il domani porta con sé, tra tutte il progressivo e inesorabile invecchiamento della popolazione e le conseguenti pluripatologie croniche che ciò comporta.

I medici di famiglia rappresentano un presidio fondamentale, i primi a cui rivolgersi quando non si sta bene o si necessita di una consulenza per sé o per i propri cari malati. Primo referente in caso di necessità, il medico di Medicina generale è un anello essenziale della rete assistenziale del territorio. Nel caso latiti, il sistema crolla e il Coronavirus è un banco di prova a cui non tutti si stanno mostrando all’altezza. La pandemia di Covid 19 sta mettendo a dura prova questi camici bianchi ma se qualcuno si è attrezzato per non far mai mancare il proprio supporto ai pazienti, altri si sono del tutto defilati. Non mancano le testimonianze di pazienti positivi al Covid e in isolamento domiciliare che si sono sentiti soli, impauriti e senza indicazioni precise su come comportarsi o su quali farmaci assumere. Alcuni sono stati liquidati al telefono, dopo infinite attese, con un “prenda una tachipirina nel caso si alzi la febbre, assuma uno sciroppo per la tosse, compri un saturimetro e nel caso notasse un aggravamento dei sintomi, chiami il 118”. Poi più nulla.

Una latitanza che, in alcuni casi, ha compromesso inesorabilmente il rapporto fiduciario medico-paziente oltre a incrementare gli accessi in Pronto Soccorso e le chiamate al 118.

Alcune segnalazioni di questo tipo sono arrivate anche al direttore generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla: “abbiamo fatto formazione e inviato materiali specifici ai medici di Medicina generale relativamente al trattamento domiciliare di pazienti affetti da Covid ma, nonostante ciò, seppure sporadiche, sono arrivate segnalazioni di inadempienze. In provincia di Modena operano 600 professionisti tra medici di famiglia e pediatri di libera scelta, all’interno di tale gruppo vi è una grande variabilità”.

Una disomogeneità che non si registra in una “struttura gestita con contratti di dipendenza i quali consentono un’organizzazione e una erogazione di servizi ben più agevoli. Credo – prosegue il direttore – dovrebbero esserci delle linee guida a livello centrale ma al momento così non è.

Ricordiamo però che questi liberi professionisti convenzionati spesso hanno ambulatori che non consentono di erogare in sicurezza certe prestazioni, come nel caso dei tamponi rapidi ad esempio… insomma la situazione è complessa. Tutto sta nella professionalità dei singoli e nella loro capacità di mettersi a disposizione. Qualche problema c’è ma sono casi rari”.

Jessica Bianchi

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