2020: un anno terribile per le polveri sottili a Carpi

Prende il via su Tempo la nuova rubrica Una foresta a Carpi: 360 gradi di verde a cura di Aldo Meschiari. Affronterà tematiche legate all’inquinamento e alla sostenibilità ambientale.

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Anche il 2020 passerà alla storia per i numerosi sforamenti dei limiti delle polveri sottili (PMx) nel territorio del comune di Carpi. Ben 57 giorni, ovvero praticamente due mesi, hanno fatto misurare valori medi delle PM10 sopra i limiti stabiliti dall’UE, che, va detto, sono molto meno severi di quelli dell’OMS. Inoltre la media annuale carpigiana delle PM10 è stata di circa 29 µg/m3 contro il limite OMS di 20 µg/m3.
Serve forse ricordare che le PMx sono la causa di diversi disturbi della salute, dalle semplici allergie e infiammazioni (si fa per dire) alle più pericolose malattie del sistema respiratorio e cardio-vascolare, sino ai tumori.

Continuare a ignorare il problema, semplicemente girandosi dall’altra parte, non è particolarmente saggio, visto che si calcola che ogni anno diverse decine di migliaia di morti in Italia siano da associare o attribuire all’inalazione continua del particolato sospeso.
Le PMx (particulate matter di diversa grandezza) sono un problema soprattutto nella stagione invernale: durante le lunghe fasi anticicloniche l’aria molto fredda si posa sul piano padano dando vita al fenomeno dell’inversione termica. L’aria fredda è più pesante e quindi si adagia sugli strati troposferici inferiori, mentre su quelli superiori si trovano fasce di aria più mite. In queste condizioni negli strati più bassi, ovvero a livello del suolo e fino a 200 metri in altitudine, la massa d’aria rimane fissa e ferma per giorni, a volte settimane, accumulando quindi non solo umidità ma anche e soprattutto polveri sottili di svariate origini, una piccola parte di origine naturale e una gran parte di origine antropica.
Ma da tempo si conoscono i principali responsabili e quindi anche le soluzioni al problema. Prima di tutto andrebbe seriamente regolamentato in inverno l’uso delle stufe a pellet e dei camini a legna; quindi bisognerebbe favorire un rapido ricambio del parco automobilistico, compreso quello dei trasporti privati e pubblici, favorendo l’elettrico e vietando soprattutto il diesel di vecchia generazione; ovviamente anche i sistemi di produzione di energia industriale e soprattutto gli sversamenti dei liquami dei grandi allevamenti hanno grandi responsabilità.
Esiste infine una soluzione che permetterebbe di integrare le precedenti e di agire in modo positivo su altri aspetti dell’ecosistema urbano: mettere a dimora decine di migliaia di alberi! Gli alberi, scelti con grade cura, sono dei filtri naturali dei principali inquinanti, comprese le PMx. La presenza di decine di migliaia di alberi inciderebbe in modo considerevole sulla qualità dell’aria a Carpi.

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