Stefano Varroni e la sua cagnolina di tre anni Runa Ombra del Lupo, di razza Siberian Husky, condividono ben di più dell’azzurro degli occhi e dei riflessi argentati nei capelli e nel mantello, perché il loro legame, come hanno dimostrato diversi eventi della loro vita insieme, è di pura simbiosi. Stefano Varroni e Runa riescono a dirsi tutto senza parlare e la fedeltà di Runa si è rivelata speciale in alcuni momenti delicati, come durante i ricoveri in ospedale.
Stefano, quando è entrata a far parte della vostra vita Runa?
“Runa è entrata a far parte della nostra vita a giugno del 2017 all’età di tre mesi. Quando siamo andati a conoscerla in un allevamento in Lombardia è stato amore a prima vista. Runa ci ha accolti subito in maniera festosa e ricordo ancora le fatidiche parole dell’allevatrice: E’ lei. Vi ha scelto! Non siamo arrivati impreparati al grande passo dell’adozione. Erano anni che io e mia moglie Ersilia meditavamo di adottare un Siberian Husky, affascinati dalla loro intelligenza, forza, affabilità e dal loro aspetto quasi magico, e prima di accogliere Runa in famiglia ci siamo documentati e preparati a lungo sulle caratteristiche e le esigenze della sua razza”.
Come è cambiata la vostra vita con Runa?
“Runa ha rivoluzionato in meglio la vita di tutta la famiglia: la mia, quella di mia moglie e dei miei figli. Ognuno di noi ha instaurato un rapporto bellissimo con lei fatto di coccole e giocosità, ma anche di grande empatia e fedeltà. Non avendo un giardino, Runa è sempre in casa con noi eccetto quando la portiamo fuori a passeggio ovviamente. Grazie a lei sono diventato un amante delle camminate che prima non facevo mai. Inoltre, per il suo benessere psico-fisico, la portiamo regolarmente in un asilo per cani a Fossoli dove può correre libera in ampi spazi insieme ad altri cani. Ogni giorno che passo con lei mi rendo conto di quanto amore sia in grado di dare. L’aneddoto che mi sento di raccontare risale a due anni fa quando fui ricoverato in ospedale per alcuni giorni.
Mia moglie mi riferiva che Runa non era più la stessa: non mangiava quasi niente, non voleva uscire ed era sempre mogia finché, un giorno, mia moglie le ha permesso di seguirla in ospedale, ovviamente restando fuori nel cortile interno.
Quando le ho viste dalla finestra è stata un’emozione unica, e poco dopo che sono tornate a casa mi è arrivato un messaggio di mia moglie in cui mi scriveva che Runa finalmente si era rasserenata, aveva mangiato tutta la ciotola ed era andata a dormire beata nel mio letto. Anche di recente, quando sono stato male a causa del Covid, Runa mi è stata sempre accanto in totale simbiosi: mangiava se mangiavo io, e dormiva quando dormivo io, mentre il resto del tempo vegliava su di me. Per noi Runa non è semplicemente un membro della famiglia, per noi Runa è la famiglia. Inizialmente, ho iniziato quasi per gioco a postare foto di Runa sui social, poi è diventata quasi la quotidianità, e in tanti si sono affezionati a lei e alle nostre avventure”.
Chiara Sorrentino