Dopo una piccola battuta d’arresto ricominciano a crescere i casi di positività al Covid 19 nel nostro territorio. All’11 gennaio, in provincia di Modena erano accertati 6.715 casi di persone con in corso l’infezione. Di questi, 6.280 erano in isolamento domiciliare o presso altre strutture, 435 ricoverati negli ospedali della provincia. In Azienda ospedaliero universitaria sono ricoverati 271 pazienti positivi (di cui 53 in Terapia Intensiva), 120 negli ospedali provinciali (Carpi, Mirandola, Vignola, Pavullo), e 44 all’Ospedale di Sassuolo Spa.
“I dati di questi giorni sono stati altalenanti. L’andamento dei tamponi nelle ultime settimane ha infatti risentito delle festività natalizie, mostrando un’elevata variabilità. Complessivamente però – sottolinea Davide Ferrari, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di Modena – stiamo registrando un incremento rispetto alle settimane precedenti e, pur non raggiungendo i picchi di novembre, tali dati dimostrano come la circolazione virale sia ancora sostenuta. Tra i motivi di questo incremento vi sono anche i contatti famigliari e amicali avvenuti in occasione delle festività, sono infatti prevalentemente focolai famigliari quelli a cui stiamo assistendo in questa fase.
Tali dati ci inducono pertanto a ribadire ancora una volta l’importanza di rispettare le misure di prevenzione che ormai conosciamo: dal distanziamento all’uso costante della mascherina, dall’igiene delle mani a quella delle superfici. Armi fondamentali per contrastare la diffusione del contagio”.
Sull’inizio della campagna vaccinale, il dottor Ferrari è ottimista ma cauto: “confidiamo che il vaccino sarà uno strumento che ci consentirà di superare l’emergenza ma, come sappiamo, saranno necessari mesi per completare la campagna. Dunque non abbassiamo la guardia ma manteniamo la massima attenzione e rispettiamo le regole negli ambienti di lavoro e nella vita domestica. Il vaccino funziona ma ha dei lunghi tempi di azione e quindi sarebbe un errore ritenere che il problema sia superato”.
E infine un invito: “qualora si accusassero sintomi sospetti è necessario contattare immediatamente il proprio medico di Medicina Generale, il quale procederà con la programmazione del tampone, onde evitare di esporre famigliari e contatti al virus. Vi sono stati soggetti che pur presentando da tempo una sintomatologia riconducibile al Coronavirus hanno ritardato l’inizio dell’iter diagnostico e questo ha comportato la nascita di focolai”.