Il clima di totale incertezza accompagnato dalla mancanza di aiuti significativi mette in difficoltà tutte le attività commerciali e dei servizi, come sottolinea il presidente di Confesercenti Modena, Mauro Rossi: “Ancora nessuna indicazione ufficiale da parte del Governo su cosa accadrà dal 7 gennaio in termini di riaperture e nessuna traccia dei contributi “immediati” per la ristorazione promessi nell’ultimo decreto. Come possiamo parlare di ripartenza?”.
Del 7 gennaio non v’è certezza. Terminata la zona rossa a intermittenza del periodo delle feste si affaccia la data che dovrebbe segnare la riapertura di diverse attività, ma il condizionale è d’obbligo: senza indicazioni certe a livello centrale si è costretti ancora a navigare a vista. Mauro Rossi, presidente provinciale Confesercenti Modena esprime estrema preoccupazione per questo limbo che si protrae troppo a lungo: “Avere indicazioni last minute danneggia ulteriormente la nostra economia, per qualsiasi attività imprenditoriale è impossibile ripartire dall’oggi al domani senza un minimo di pianificazione. Ai nostri governanti che credono sia possibile tirare avanti tranquillamente con “ristori” esigui, a fronte di costi molto alti, consiglierei di stare solo qualche giorno al nostro fianco in negozio, in cucina, in sala o dietro il banco, per comprendere dinamiche evidentemente a loro poco conosciute e, magari, prendere finalmente delle decisioni con un respiro più ampio, tali da restituire un futuro a centinaia di migliaia di piccole imprese che, altrimenti, andranno incontro a morte certa”.
Particolarmente difficile è la situazione del settore ristorazione: “I sacrifici non possono più continuare – sottolinea Rossi – dopo che i ristoratori hanno dimostrato senso di responsabilità e impegno, adeguandosi a tutte le norme di sicurezza imposte anche durante le festività natalizie che da sempre rappresentano una parte rilevante del loro fatturato. La sola cena per un ristorante, infatti, può arrivare a valere fino al 70% delle entrate. Inoltre i ristori promessi non sono ancora arrivati e a fronte di entrate azzerate i ristoratori hanno pagato comunque le tredicesime ai dipendenti interamente di tasca loro”.
Numerosi bar e ristoranti hanno provato a recuperare almeno in parte con l’asporto, confezionando ceste e menù per Natale e cercando di arrivare ai clienti direttamente a casa. “Il giro di affari, però, non regge il confronto con il tradizionale periodo natalizio, e l’incertezza verso il futuro non aiuta: acquistare le merci diventa una scommessa, non sapendo se e quando verranno preparate e consumate”.