Ciascuno, si sa, ha il suo uccelletto preferito. Il mio è lui, il codibugnolo, un minuscolo e rotondetto batuffolo di ovatta. Il codibugnolo, Aegithalos caudatus, deve il suo nome alla sua coda bianca e nera che è più lunga del suo corpicino. “Una vera e propria pallina con la coda”, sorride Daniela Rustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu. L’uccellino tondeggiante non misura più di 13–15 cm, inclusa la coda, lunga tra i 7 e i 9 centimetri.
“Ha un corpo piccolino e paffuto, la testa in proporzione appare tozza e ha delle piccole ali. La sua livrea è nera e marrone sul dorso, le ali sono nere mentre tutto il resto è biancastro – rosato sul ventre e i fianchi. Attorno al capo ha una sorta di coroncina bianca con delle bande nere sulle tempie. Le sue penne sono molto sottili, capaci di trattenere l’aria affinché possa sopportare il freddo. Insomma indossa una specie di un piumino che gli fa da cappotto”, spiega Rustichelli. I codibugnoli sono dei veri acrobati, volteggiano tra il fogliame e si muovono di cespuglio in cespuglio con grande abilità e in modo vivace. Questo uccelletto, a parte durante il periodo riproduttivo, vive all’interno di stormi che possono variare da 6 a 30 individui. Il gruppo “è solitamente preceduto da una coppia riproduttrice seguita da tutti i giovani delle covate precedenti. Vi si possono intrufolare anche delle femmine estranee, più esploratrici rispetto ai maschi e qualche cinciarella”. Scorgerli non è sempre facile, ma la loro presenza può essere tradita dai loro cinguettii sommessi e da pigolii acuti: “non tacciono mai. Durante gli spostamenti restano sempre a contatto vocale tra loro. Si vedono spesso volteggiare dopo la pioggia o i temporali estivi mentre sono intenti a piluccare gli afidi dalle foglie anche nella pagina inferiore. Piombano giù dal cielo anche in verticale, effettuando atterraggi estremamente fluenti”. Questi piccoletti si introducono tra i fitti rami della vegetazione per trovare riparo dal maltempo e dormire “ma durante l’inverno non disdegnano nemmeno i nidi artificiali a cassetta chiusa dove più individui possono trovare rifugio”.
Il codibugnolo si muove con brevi voli, di cespuglio in cespuglio, ispezionando ogni fronda, ogni lembo di corteccia, alla ricerca dei piccoli insetti di cui si nutre. “I suoi bocconcini prediletti sono le falene che vengono cacciate in volo ma ama anche bruchi e ragni. In inverno integra la dieta con bacche, frutti succosi e zuccherini come i cachi ad esempio, piccoli semi e granaglie e frequenta le mangiatoie”, prosegue la delegata Lipu. Con l’arrivo della primavera, il gruppo si scioglie gradualmente, dando origine a varie coppie e il momento della riproduzione, da marzo a luglio, dà la possibilità a questi uccellini di dare il meglio di sè. “Il nido – spiega Daniela – è un capolavoro e sono le femmine a seguire tutte le fasi di questa raffinata costruzione. A forma di ovale verticale, viene ancorato in più punti ai rametti più interni dei cespugli e sembra un sacco aperto superiormente. Ha una struttura fatta di muschio e di pezzettini di licheni, un mosaico composto fino a un migliaio di tasselli, intessuti con cura con delle ragnatele. Per realizzare il nido, vengono scelti densi e alti cespugli preferibilmente di sambuco, di nocciolo ma anche rovi. La parte superiore viene poi infoltita con del piumino vegetale, di cardi o pioppi, affinché questa folta imbottitura di lanugine offra riparo, calore e protezione per i piccoli”. I nuovi nati verranno poi imbeccati non solo dai genitori ma anche dai “parenti del padre e dagli scapoli del gruppo affinché imparino a gestire le proprie future nidiate o dagli adulti a cui non è andata a buon fine la covata”. L’habitat preferito di questo uccelletto è quello del “folto sottobosco così come la parte interna dei cespugli anche se salgono fino alle querce più alte e perlustrano le chiome degli alberi. In natura ama i boschi di salici, frassini e ontani ma il codibugnolo entra anche in città dove ci sono macchie di verde. Questa specie è in un buono stato di conservazione ma per proteggerla occorre evitare interventi di distruzione di habitat naturali ed evitare quindi di tagliere siepi e filari di alberi. I codibugnoli si accontentano anche di cespugli di ortensie, biancospino e oleandro” quindi, conclude Daniela Rustichelli, stratificare i nostri giardini è il segreto per poter ammirare queste piccole, buffe e rotondette palline di piume.
Jessica Bianchi