Oggi nel modenese il numero dei malati è cinque volte quello della prima ondata: perché?

“Oggi gli indicatori della pandemia ci dicono che nonostante la circolazione del virus sia ancora alta, la situazione è sotto controllo”, commenta il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla. “Non possiamo però permetterci di adottare i comportamenti tenuti questa estate”.

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il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla

“Il Natale è alle porte ed è importante capire quali comportamenti tenere per riuscire ad arrivare all’inizio della programmazione vaccinale in modo sicuro”. Sono queste le prime parole del direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla nel tracciare un bilancio della curva dei contagi da Covid 19 in provincia di Modena. Numeri importanti quelli del modenese che paiono rappresentare una sorta di anomalia rispetto ad altre realtà della Regione Emilia Romagna.
“Il trend dei nuovi positivi si sta riducendo così come il numero dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti per acuti. Il calo è però lento e dunque è cruciale prestare la massima attenzione ai comportamenti affinché tale trend venga confermato”, spiega Brambilla.
Rispetto alla prima ondata epidemica, ammette il direttore generale, “oggi ci siamo dovuti confrontare con una circolazione del virus ben diversa. Forse, e ipotizzo, la comunità modenese si è sentita più tranquilla e ha tenuto comportamenti individuali meno vigili. Le foto di assembramenti e aperitivi che ho visto in centro a Modena non aiutano… ricordiamoci che sono i comportamenti sociali a determinare la circolazione del virus.
Inoltre abbiamo potenziato grandemente l’attività di tamponamento e dunque la ricerca dei casi positivi (anche dando ai medici di famiglia la possibilità di prescrivere ai propri assistiti sintomatici dei tamponi) e l’efficienza nella refertazione in 24 ore, non comune a tutte le altre aziende sanitarie, contribuisce ad alzare la percentuale dei contagiati”.
Oggi nel modenese il numero dei malati è cinque volte quello della prima ondata e, prosegue Brambilla, “senza una programmazione integrata con l’Azienda ospedaliero universitaria e l’Ospedale di Sassuolo non saremmo riusciti a reggere l’impatto anche in considerazione del fatto che rispetto alla primavera scorsa stiamo erogando prestazioni extra Covid”.
Insomma il sistema tiene, “seppure con difficoltà”, e per la prima volta dopo le durissime settimane di novembre, “iniziamo a intravedere la fine del tunnel”. Un miglioramento che, chiarisce il direttore generale Brambilla, non deve far mollare la presa: “non possiamo permetterci di adottare i comportamenti tenuti questa estate, quelli, per intenderci, che hanno portato a una circolazione sostenuta del virus e a un aumento tanto significativo di contagi”. Siamo scesi, seppur con qualche oscillazione, sotto il 20% dei tamponi positivi rispetto a quelli eseguiti e tale trend, prosegue, “ci permetterebbe di passare le festività natalizie in modo tranquillo e di arrivare all’inizio della campagna vaccinale, intorno alla seconda metà di gennaio, in modo sicuro”.
Venerdì 11 novembre erano 444 le persone ricoverate per Covid in provincia contro le 556 di metà novembre. E da 15-16mila persone sorvegliate a domicilio oggi il numero è sceso a 9.908.
“Abbiamo avuto dei problemi – ammette il direttore – nella refertazione, dal momento che si erano bloccati un paio di macchinari e nella sorveglianza a causa dei numeri troppi alti ma li abbiamo risolti. Oggi gli indicatori della pandemia ci dicono che nonostante la circolazione del virus sia ancora alta, la situazione è sotto controllo”.
Con l’ingresso del nostro territorio in zona gialla, l’auspicio è che prevalga il senso di responsabilità e un “atteggiamento prudente. E’ necessario – conclude Antonio Brambilla – trovare il punto di equilibrio, la rete sanitaria e assistenziale c’è ma non dimentichiamo che più positività si registrano più il sistema rischia e va sotto pressione”.
Jessica Bianchi

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