“Ogni servizio verrà dirottato sul futuro polo ospedaliero, Radioterapia compresa”

Cosa accadrà ai locali del vecchio ospedale qualora ne venisse edificato uno nuovo?

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Cosa accadrà ai locali del vecchio ospedale qualora ne venisse edificato uno nuovo?
“E’ necessario aprire una seria riflessione con l’Azienda Usl circa la destinazione d’uso del Ramazzini, struttura che può rappresentare un’opportunità importante per la città”, ha sottolineato il sindaco Alberto Bellelli.
Un’area che, aggiunge Gerardo Bellettato, direttore del Servizio Unico Attività Tecniche Ausl, “è oggetto di uno studio parallelo da parte dell’Azienda che ne detiene l’intera proprietà. Insieme a Cassa Depositi e Prestiti stiamo valutando vari scenari tra cui la possibilità di alienare l’area per trovare parte dei finanziamenti necessari per erigere il futuro polo”.
L’idea è quella di trasferire tutti i servizi nel nuovo ospedale “compreso il bunker di Radioterapia (ndr – costo complessivo 5 milioni e mezzo di euro, avviato nel gennaio 2012 e ristrutturato nel 2014 a causa di alcune infiltrazioni d’acqua) per avere così ogni attività concentrata nella nuova struttura ma non è escluso qualche ripensamento”, conclude Bellettato.
Una cosa è certa l’area, a due passi del centro storico, non può essere abbandonata a se stessa onde evitare che si trasformi in un mastodonte degradato.
La gestione della cronicità è il vero nervo scoperto del nostro tempo e, tra le ipotesi di riconversione del vecchio Ramazzini, potrebbero trovare spazio servizi fondamentali come, solo per citare alcuni esempi, l’Ospedale di Comunità (Osco) e, perché no, posti da adibire al fine vita.
Rendere concreto il processo di integrazione fra reti cliniche/assistenziali significa riconfigurare, guidati da una visione sistemica d’insieme, le cure primarie, l’assistenza ospedaliera e le soluzioni residenziali o domiciliari. Non si può riorganizzare l’assistenza primaria e la rete ospedaliera se, in una logica di continuità assistenziale, non viene affrontato il tema del potenziamento delle strutture intermedie territoriali, la cui carenza o mancanza, ha inevitabili ripercussioni su un utilizzo appropriato dell’ospedale.
Jessica Bianchi

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