L’ incremento del traffico davanti alle scuole è dovuto all’aumento delle famiglie che hanno deciso di gestire autonomamente il trasporto dei ragazzi perché l’andamento dell’epidemia preoccupa e il trasporto pubblico locale non dà sufficienti garanzie. D’altra parte era impensabile rivoluzionare in tre mesi un sistema concepito vent’anni fa affinché gli autobus circolassero pieni di persone e così ci si ritrova oggi a forzare la natura del trasporto pubblico che si trascina da secoli le proprie criticità irrisolte.
Oggi è il tema del sovraffollamento a far discutere: mentre gli autisti scioperano preoccupati per il rischio di contagio a bordo, per l’Agenzia della Mobilità (Amo) “dagli oltre 3mila controlli effettuati sui mezzi in tutto il territorio per verificare la situazione solo in alcuni casi è stato verificato il superamento del limite dell’80 per cento della capienza, soprattutto sulle prime corse in partenza dalle scuole, ma il problema è ora considerato da Amo residuale”.
Il sovraffollamento c’è o non c’è? A chiarire la questione è un semplice esempio: un autobus urbano di 12 metri ha una capacità ordinaria di 85 posti. La sua capienza ridotta all’80% è di 67 posti di cui circa 25 a sedere e 42 in piedi: considerando la superficie complessiva dell’autobus, ogni persona a bordo occupa un quinto della porzione di un metro quadrato.
Che si possa stare in cinque in un metro quadro è previsto dal Dpcm varato a livello nazionale ma su quell’autobus il distanziamento non esiste. A proteggere le persone è l’uso della mascherina, l’aerazione del mezzo e la breve durata del viaggio (per alcuni, non per tutti).
Seta coi suoi 35 controllori sparsi all’interno del territorio provinciale monitora la situazione e le maggiori criticità si sono registrate nel comprensorio ceramico (Sassuolo, Formigine, Vignola) e nella bassa modenese, nel territorio di Carpi, Mirandola e nel collegamento col comune mantovano di Moglia.
Da lunedì 26 ottobre dovrebbero essere già sulla strada a Modena dodici autobus dei 120 reperiti dalla Regione da ditte private per garantire la mobilità in sicurezza di studenti e pendolari. Saranno utilizzati con flessibilità su quelle linee in cui il fabbisogno è maggiore a seconda del monitoraggio: divisi su due autobus gli studenti avranno maggiori garanzie, se non continueranno a salire come una mandria di bisonti sulla prima corriera che arriva.
Sara Gelli