Disoccupazione: lo tsunami è in arrivo

Mondo del volontariato, imprese e Unione delle Terre d’Argine a braccetto per tentare di arginare la piaga della disoccupazione grazie al progetto Volontariato per il lavoro. Al via un bando e fondi per un valore di 50mila euro per incentivare le aziende ad assumere giovani che, una volta usciti dal mondo della scuola senza una qualifica specifica, non hanno ancora trovato un’occupazione e gli over 50 in cerca di ricollocamento lavorativo.

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Nicola Marino, Alberto Bellelli e Tamara Calzolari

Mondo del volontariato e imprese a braccetto per tentare di arginare la piaga della disoccupazione. L’innovativo progetto – denominato Volontariato per il lavoro e nato dalla sottoscrizione di un accordo tra Fondazione Casa del Volontariato, associazioni di categoria e Unione delle Terre d’Argine – è senza precedenti nel nostro Paese. “Profit e no profit – spiega il presidente della Fondazione Casa del Volontariato, Nicola Marino – hanno unito le forze per rispondere a un’esigenza molto sentita, ovvero quella della ricerca del lavoro. Il protocollo siglato è nato grazie alle sollecitazioni delle associazioni che, giorno dopo giorno, si confrontano con temi spinosi e delicati, come la povertà, la marginalità sociale e la cronicizzazione della disoccupazione. Da tali stimoli è stato elaborato un percorso di aiuto teso al reinserimento lavorativo e sociale di quelle persone fragili che, pur non rientrando nei percorsi per l’inserimento di soggetti svantaggiati, necessitano di un accompagnamento per uscire da un disagio temporaneo e ritrovare la propria autonomia”.

Volontariato per il lavoro si infila dunque nelle cosiddette zone grigie, laddove non sono previsti strumenti istituzionali di sostegno, andandosi ad aggiungere “in modo flessibile e personalizzato alle azioni di sostegno messe in campo per i più fragili”, gli fa eco il sindaco Alberto Bellelli.

Il progetto si rivolge ai giovani che, una volta usciti dal mondo della scuola senza una qualifica specifica non hanno ancora trovato un’occupazione, agli over 50 in cerca di ricollocamento lavorativo e a quelle donne che decidono di rimettersi in gioco.

Le fasi di Volontariato per il lavoro iniziano con l’individuazione dei soggetti da parte delle associazioni, in accordo coi Servizi Sociali. Poi, le persone, dopo un colloquio con un formatore, effettuano un periodo di stage all’interno di un ente di volontariato durante il quale potranno far emergere le proprie competenze trasversali, attitudini e potenzialità. Una volta terminata tale esperienza entrano a far parte di un elenco messo a disposizione dalle associazioni di categoria affinché possano incrociare i vari profili con le posizioni aperte ricevute dalle proprie consociate. Seguirà infine, per i soggetti idonei, l’inserimento lavorativo.

Mettere insieme “il mondo economico e quello del volontariato si sta rivelando strategico. Dalla fine dello scorso anno abbiamo già ricevuto una quindicina di domande, di cui dieci da parte di donne, e 5 persone sono pronte per essere ora proposte alle aziende. I numeri sono ancora piccoli – ammette Marino – ma il Covid ha assestato una forte battuta d’arresto”.

Per dare gambe al progetto, l’Unione delle Terre d’Argine ha istituto un bando “per far scattare, per così dire, la scintilla tra le aziende e quelle persone che si rivolgono ai Servizi Sociali non in cerca di un sostegno economico bensì di un’occupazione dignitosa poiché espulsi dal ciclo produttivo nonostante abbiano le competenze per restarvi. Al momento – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari – il Comune di Carpi è il solo ad aver stanziato fondi (50mila euro) per incentivare le aziende ad assumere tali persone, ma confidiamo che anche gli altri tre comuni decidano di destinare ulteriori risorse per rendere il bando ancor più efficace”. Tre le forme di bonus a fondo perduto previste, fino a 4.500 euro, a seconda del tipo di assunzione. “L’emergenza Coronavirus ha reso la ricerca del lavoro una questione a dir poco esplosiva. Al momento, grazie allo stop dei licenziamenti e agli ammortizzatori messi in campo, vi sono ancora degli argini ma quando questi strumenti verranno meno – conclude Tamara Calzolari – non dovremo farci trovare impreparati” allo tsunami economico e sociale che si profila all’orizzonte.

Jessica Bianchi

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