Stabili i numeri degli aborti a Carpi

Nel 2019 all’Ospedale Ramazzini sono state praticate 144 interruzioni volontarie di gravidanza, un dato che si mantiene stabile negli ultimi anni mentre cala quello dei nuovi nati carpigiani, solo 498 nel 2019. Nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia del Ramazzini, gli obiettori sono 5 a fronte di un totale di 12 medici.

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Ospedale Ramazzini

Nel nostro Paese gli aborti continuano a diminuire mentre, a crescere (+17,3% in 30 anni) è il numero dei medici obiettori. In alcune realtà italiane, lo squilibrio tra medici obiettori e non, a favore dei primi, è tale da introdurre forti criticità, compromettendo il diritto di scelta delle donne sancito dallo stesso legislatore (legge 194 del 1978). E a Carpi, qual è la situazione? Il principio dell’obiezione di coscienza “sorpassa” forse quello dei diritti? Nel 2019, all’Ospedale Ramazzini sono state praticate 144 interruzioni volontarie di gravidanza, un dato che si mantiene pressoché stabile negli ultimi anni (erano 176 nel 2016, 139 nel 2017 e 157 nel 2018). Ad abortire non solo carpigiane, ma anche donne provenienti da altri distretti sanitari e province. Nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi, struttura pubblica che deve garantire il percorso relativo all’applicazione della Legge 194, gli obiettori sono 5 a fronte di un totale di 12 medici. In città l’autodeterminazione delle donne è salvaguardata: un diritto sacrosanto che, nel nostro Paese, è ancora, talvolta, compromesso.

Più che le interruzioni volontarie di gravidanza, a preoccupare dovrebbe essere un altro fenomeno, ovvero il drammatico e costante calo della natalità: nel 2017 a Carpi sono nati (dove risiedono) 553 bambini, 520 nel 2018 e 498 nel 2019.

La variabile demografica rappresenta una bomba a orologeria: la bassa natalità, sommata al costante allungamento della vita, si sta infatti trasformando in una tempesta perfetta che mina la sostenibilità del welfare e del sistema produttivo dell’intero Paese.

Jessica Bianchi