Nel 1968 la regista carpigiana Liliana Cavani dirige Galileo, film “scandaloso”, segnato da significative vicende distributive. L’opera segue lo scienziato dall’Università di Padova, dove, messo a punto il cannocchiale, comincia le osservazioni notturne che lo porteranno a dichiarare errato il sistema tolemaico, fino alla stesura del Dialogo sopra i massimi sistemi e al processo, a Roma, davanti al Sant’Uffizio, dove abiura. E’ il percorso dell’uomo, del suo sguardo che, grazie a una macchina, apre gli occhi sulla realtà, rivoluzionando il rapporto tra uomini, Dio e Chiesa. Nell’anno delle Macchine al Festivalfilosofia, l’Archivio storico comunale di Carpi inizia il percorso di valorizzazione del Fondo Cavani, costituito da materiali documentari legati all’attività professionale della regista donati nel corso di tre decenni e che oggi è oggetto di un intervento di inventariazione. Questa prima mostra è dedicata al film Galileo (1968), non solo inventore del cannocchiale, ma protagonista di un approccio alla scienza che ha rivoluzionato il mondo. L’esposizione, curata da Francesca Brignoli, presenta una selezione dei materiali conservati nel Fondo Cavani dell’Archivio. Si tratta dei copioni originali, del soggetto, dei dialoghi, dei documenti di lavorazione, flani, interviste e fotografie promozionali, a cui si aggiungono le fotografie di scena ancora nell’archivio personale di Liliana Cavani, e alla rassegna stampa del film, incluse le vicende della censura e delle proteste alla Mostra del Cinema di Venezia. Il percorso di mostra racconta il lavoro di Liliana Cavani nella messa a fuoco della figura di Galileo e di temi (urgenti, ancora oggi) relativi al rapporto tra scienza, potere e società e, infine, l’esperienza stessa della “macchina-cinema”. Il visitatore, oltre ai materiali originali, troverà una serie di contributi video con sequenze tratte dal film. Si tratta di un vero e proprio viaggio nella costruzione del film: dall’idea del film, all’individuazione della produzione e dei collaboratori (da sottolineare la partecipazione di Ennio Morricone che compose la colonna sonora), alla costruzione del set in Bulgaria e della sua realizzazione, al montaggio e alla distribuzione, con la proiezione tra le contestazioni alla Mostra del Cinema di Venezia, fino alla successiva distribuzione in sala, avventurosa: sull’opera si abbattono i giudizi e i tagli della censura, e le denunce alla magistratura.
LA MOSTRA – Lo sguardo, il potere, la macchina è allestita a Palazzo Pio fino al 15 novembre.
ORARI – venerdì, sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì; da martedì a giovedì su prenotazione
ACCESSI – Ingresso contingentato con prenotazione obbligatoria: https://prenotailmuseo.palazzodeipio.it/visitagalileocavani/