Prima il caso di Arceto poi quello di Carpi. Con il 14 settembre saranno sempre di più i genitori che dovranno assentarsi dal lavoro per accudire figli in quarantena dopo che nella loro classe si è verificato un caso di positività al cornavirus. Ma ci sono aiuti, o questi genitori saranno costretti a prendersi le ferie?
Chiara Tassi lo ha chiesto a Cesare Pizzolla della segreteria Cgil di Modena.
“Nel decreto agosto il Governo si era “dimenticato” di prevedere permessi per i genitori di questi bambini. Fortunatamente poi l’8 settembre, a fronte anche di pressioni fatte dalle organizzazioni sindacali, il Governo ha emanato un decreto (il dl 111 – il tema lavoro agile e congedi è all’art.5 consultabile cliccando qui) che prevede, per i genitori di bambini di età inferiore ai 14 anni che devono osservare un periodo di quarantena, la possibilità di congedi straordinari retribuiti al 50% per poter stare a casa ed accudire i proprio figli che non possono, per età, rimanere a casa da soli”.
Parliamo di questa possibilità quando la quarantena viene attivata dall’Ausl, immagino…
Certo, certo, ci vuole una presa di posizione ufficiale.
Rimane, ma il tema è diverso, tutto un ragionamento da fare per quanto riguarda –per i lavoratori- la copertura del periodo che intercorre tra il test sierologico positivo e il risultato del tampone. Questo è un periodo che non è ancora “coperto”, perché la malattia inizia dal momento in cui si ha il risultato di un tampone positivo.
Tornando ai genitori: l’azienda è tenuta a concedere questo congedo?
Si. Il primo provvedimento da adottare, secondo quanto previsto dalla norma, è che il genitore lavori -laddove sia possibile- in smart working. Dove questo non sia possibile e anche l’altro genitore non sia a casa l’azienda a quel punto è tenuta a concedere il permesso al genitore.