“Grazie a questa donazione, non saremo più in bermuda e infradito a fronteggiare la tempesta”

Grazie a una donazione di 1,5 milioni di euro fatta dalle quattro fondazioni bancarie della provincia di Modena, la Terapia Intensiva dell’Ospedale Ramazzini di Carpi è stata completamente rinnovata. Acquistati sei ventilatori, una centrale di monitoraggio per 10 posti letto intensivi, tecnologicamente all’avanguardia e un ecografo utile alla diagnosi di malattie polmonari, mentre altri cinque ventilatori sono andati ad arricchire la dotazione di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza.

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“Abbiamo affrontato la tempesta perfetta, ma non eravamo pronti. Nessuno lo era. Troppi pazienti a fronte di organici non adeguati, di poche apparecchiature… Una verità che si è rivelata in tutta la sua drammaticità durante l’emergenza Covid. C’è una frase che mi piace molto: Non è tanto dell’aiuto degli amici che abbiamo bisogno, ma del poter far affidamento su quell’aiuto. E durante quello tsunami, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi c’era. Conosco Corrado (ndr – Faglioni, presidente dell’ente) dai tempi del Liceo e quando in quei giorni in trincea mi ha chiamato chiedendomi di cosa avessimo bisogno mi sono sentito subito meglio. Abbiamo dovuto raddoppiare i posti di Terapia intensiva, riconvertire sale operatorie, formare infermieri che non avevamo mai fatto esperienza in quel reparto, chiedere l’aiuto degli specializzandi. Nessuno si è tirato indietro. La donazione fatta dalla Fondazione è preziosa, perché aldilà delle previsioni circa ciò che ci aspetterà in autunno, io so che grazie alle nuove apparecchiature  potremo affrontare la situazione con maggiore tranquillità, perché non saremo più in bermuda e infradito a fronteggiare la tempesta”. E’ stato un ringraziamento sincero e toccante quello espresso dal dottor Alessandro Pignatti, direttore di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Ramazzini, nel commentare la donazione di 1,5 milioni di euro fatta dalle quattro fondazioni bancarie della provincia di Modena alla sanità del nostro territorio. Denaro che ha consentito di rinnovare completamente la Terapia Intensiva del nosocomio carpigiano, grazie all’acquisto di sei ventilatori, una centrale di monitoraggio per 10 posti letto intensivi, tecnologicamente all’avanguardia e un ecografo utile alla diagnosi di malattie polmonari, mentre altri cinque ventilatori sono andati ad arricchire la dotazione di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza. Attrezzature che si sono rivelate fondamentali durante l’emergenza Covid e che aumenteranno la capacità di assistenza ai pazienti più gravi affetti da Coronavirus o ai casi sospetti, innalzando l’offerta sanitaria del Ramazzini. “Nella drammatica situazione sanitaria in cui ci siamo improvvisamente trovati – ha sottolineato il presidente della Fondazione Crc, Corrado Faglioni – ci siamo tempestivamente attivati per dare il nostro sostegno ai professionisti in prima linea. Lavorare in rete, insieme alle altre fondazioni, con un unico scopo, ovvero la salvaguardia della salute, ci ha reso più forti. Unire le forze è il solo modo per raggiungere obiettivi concreti per il bene della collettività”.
“In quei giorni terribili, il segnale concreto lanciato dalla Fondazione – gli ha fatto eco il sindaco Alberto Bellelli – ha rappresentato l’ulteriore dimostrazione che stavamo sì combattendo una battaglia ma anche gettando le basi per affrontare l’incognita del futuro maggiormente preparati. Quello della Fondazione è stato un esempio per tanti altri cittadini dell’Unione delle terre d’argine, grazie alla cui generosità, a settembre, saremo in grado di acquistare due ambulanze. Qui la salute è vissuta come un bene collettivo: giocare in squadra è fondamentale per rispondere ai bisogni del territorio”.
Anche per la dottoressa Chiara Pesci, direttore del Pronto Soccorso e della Medicina d’Urgenza del Ramazzini, la parola chiave nella gestione dell’emergenza è stata “alleanza. Tra tutti gli operatori impegnati in ospedale e sul territorio e tra tutti i soggetti istituzionali e la cittadinanza. Queste nuove dotazioni, che stiamo utilizzando quotidianamente, ci permettono di affrontare l’idea dell’autunno e dell’inverno con maggiore serenità. Grazie”.
“Nella seconda metà di marzo – ha infine aggiunto il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla – ci sono stati momenti in cui pensavamo di non riuscire a reggere. Troppa la pressione sulle nostre terapie intensive. Poi, fortunatamente, i numeri hanno iniziato a scendere e grazie all’impegno straordinario e alla dedizione di tutti i professionisti e al loro forte senso di appartenenza, abbiamo retto. Stiamo lavorando per essere pronti e riuscire ad affrontare eventuali recrudescenze del virus: abbiamo imparato molto, abbiamo fatto esperienza, allestito percorsi di gestione della crisi ma non possiamo mollare. Noi operatori conosciamo le regole del gioco ma osserviamo comportamenti individuali non adeguati tra la gente e il numero di nuovi casi nella nostra provincia lo dimostra. L’età dei nuovi positivi si è abbassata, il mio appello è dunque perlopiù rivolto a giovani e adulti: siate responsabili e ricordate che potreste diventare pericolosi vettori di malattia per i più anziani e fragili che avete vicino. Occorre maggiore senso di responsabilità in vista di ciò che ci potrebbe attendere”.
Jessica Bianchi