La app Immuni è un importante aiuto

“Dopo tutto ciò che è successo, sufficienza e sottostima del rischio sarebbero imperdonabili da parte dei professionisti e di tutti i cittadini. Per questo ringraziamo le persone che ci aiutano a intercettare il covid-19” dichiara Giovanni Casaletti, responsabile del Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl di Modena.

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Italian Technological Innovation and Digitalization Minister, Paola Pisano shows her phone, featuring a contact tracing app that Italy launched nationwide in its efforts to contain COVID-19‚ƒ™s spread, during an interview with The Associated Press in Rome, Thursday, June 11, 2020. Pisano told The AP that so far 2 million people have downloaded the Immuni app, that uses Bluetooth technology to notify users they have come into close, prolonged contact with an app user who has tested positive to the new coronavirus. (AP Photo/Domenico Stinellis)

In Emilia Romagna è operativa la app Immuni: si scarica sul cellulare e consente di intercettare eventuali casi a rischio di contagio. A ogni telefono viene assegnato un codice casuale nel rispetto della privacy e quando siamo con altre persone i rispettivi telefoni si scambiano dei codici grazie alla tecnologia Bluetooth. Se siamo stati a contatto con una persona che in seguito è risultata positiva al Coronavirus, ci può arrivare una notifica: pur non sapendo dove, quando e con chi, l’applicazione ci avverte del fatto che abbiamo avuto un contatto a rischio.

“Se la usiamo con responsabilità – spiega Giovanni Casaletti, responsabile del Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl di Modena – la app Immuni diventa un importante aiuto nel tracciare l’attività del Coronavirus in questo periodo di calma apparente. La sfida infatti sarà quella di cogliere per tempo i segnali di ripresa dell’attività del virus. E’ importante avere questo tipo di informazioni perché ci permettono di individuare e circoscrivere possibili focolai e, in generale, fattori di rischio per la popolazione”.

A oggi quando una persona risulta positiva al Covid-19 viene avviata l’indagine epidemiologica per risalire, a memoria, ai contatti che ha avuto nei giorni precedenti affinché il Servizio di Igiene Pubblica possa seguire queste persone verificando costantemente il loro stato di salute.

“Nel caso in cui la persona risultata positiva abbia attivato la app Immuni il percorso di accompagnamento prevede che, se consenziente, metta a disposizione il suo dato, anonimo, all’interno della rete dei contatti. E’ il Sistema Sanitario Nazionale ad avvisare con un alert attraverso la app Immuni le persone che sono venute a contatto con il caso positivo a meno di un metro e per più di quindici minuti”.

A quel punto cosa dobbiamo fare? Chi riceve il segnale può contattare il medico di famiglia o il pediatra che fanno una prima valutazione e, se lo ritengono opportuno, avvertono il Dipartimento di Sanità Pubblica per ulteriori controlli. E’ il medico di base a decidere se farci fare il tampone. Se effettivamente siamo positivi, l’operatore sanitario chiede se abbiamo scaricato la app Immuni e se vogliamo comunicare la nostra situazione al Ministero della Salute.

“A differenza di quanto avveniva nella Fase 1 – continua Casaletti – non si procede con l’isolamento domiciliare per quattordici giorni. Il Dipartimento di Sanità Pubblica prende in carico il soggetto che può proseguire nella normale attività prestando la massima attenzione nel rispettare le distanze, nell’uso della mascherina e nel lavaggio delle mani. Ogni giorno si misurerà la temperatura e verrà contattato ogni due giorni dall’Igiene Pubblica per le verifiche del caso. A distanza di otto giorni viene disposto il tampone perché sappiamo che, a seguito di contatto col Coronavirus, la positivizzazione avviene a distanza di sette/nove giorni e se il tampone è negativo il caso è chiuso”.

Lei consiglia di usarla? “E’ un’opportunità in più. Riceviamo continuamente raccomandazioni a non abbassare la guardia e, anche se il virus circola molto meno rispetto a qualche settimana fa, ciascuno deve fare la propria parte. Non lo conosciamo ancora adeguatamente. Dopo tutto ciò che è successo sufficienza e sottostima del rischio sarebbero imperdonabili da parte dei professionisti e di tutti i cittadini. Per questo ringraziamo le persone che ci aiutano a intercettare il Covid-19: è importante mantenere comportamenti di prudenza che tutelano noi e sono un atto di responsabilità nei confronti degli altri. E’ una battaglia che si vince insieme”.

Sara Gelli

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