Sono riprese anche nella nostra città, dopo mesi di chiusura forzata, le attività dei Centri diurni per anziani ma sarà una “ripresa graduale, poiché la strada per farli ripartire in sicurezza è molto complessa”, spiega l’assessore alle Politiche sociali, Tamara Calzolari. Tutti gli anziani, così come gli operatori, dovranno essere “sottoposti a tampone naso-faringeo per scongiurare ogni rischio di contagio” e ogni attività verrà rimodulata. “Non pensiate di ritrovare i centri diurni che avete lasciato nel periodo pre covid, perché ora sarà tutto diverso”.
Le Linee guida regionali prevedono, tra le principali regole da seguire, la riorganizzazione degli spazi interni, il rigoroso utilizzo delle mascherine da parte degli operatori e, se possibile, delle persone che partecipano alle attività. E, ancora, la predisposizione di un progetto personalizzato formulato con l’utente e la famiglia che, oltre alla frequenza parziale del centro, possa prevedere ulteriori interventi, a distanza o domiciliari.
In particolare poi, per assicurare il necessario distanziamento fisico ciascun Centro dovrà individuare innovative modalità di frequenza, prevedendo attività individuali o in piccoli gruppi composti da al massimo sette persone.
Bandite dunque tutte le attività collettive che prima venivano fatte in grandi gruppi, come la tombola, giusto per fare un esempio, “ora cercheremo di riprogrammarle con pochi anziani alla volta”, prosegue l’assessore. Ripensare l’assistenza e l’animazione, così come prevedere stringenti e costanti percorsi di sanificazione, richiede dei tempi organizzativi lunghi per far ripartire la macchina e salvaguardare la salute di tutti. “Noi – sottolinea Tamara Calzolari – siamo felici di riaprire i nostri centri diurni perché molte famiglie sono state pesantemente provate dal carico di cura a cui sono state sottoposte in questi mesi e ci hanno espresso a più riprese il bisogno di ritrovare dei momenti di sollievo. La ripartenza però dev’essere graduale poiché il coronavirus è meno impattante, certo, ma non è ancora stato sconfitto. Per tale motivo è fondamentale tenere alta la guardia e per questo chiediamo la collaborazione e la pazienza dei famigliari nell’accettare le nuove modalità di accesso e fruizione del servizio. Questo è un percorso che dovremo fare insieme”. Nulla sarà più come prima, anche perché gli anziani che hanno smesso di frequentare i servizi a loro dedicati quando è scoppiata la pandemia non sono più gli stessi: alcuni di loro hanno infatti visto assottigliarsi le proprie capacità residue e pertanto “dovranno essere rivalutati. Uno ad uno, affinché possa essere approntato nuovamente il piano assistenziale più consono per ciascuno di loro”, conclude l’assessore.
Jessica Bianchi