Non ci hanno abbandonato nell’isolamento a cui siamo stati costretti per mesi: estetiste, parrucchiere, esercenti, baristi e ristoranti hanno mantenuto un filo diretto con i loro clienti attraverso la rete, i canali social e l’e-commerce. Nel momento della riapertura, chi vuole stare al passo coi tempi non potrà fare a meno di garantire al cliente un ulteriore canale di comunicazione e di vendita oltre al commercio fisico.
Le difficoltà non mancano, a partire da quelle che segnalano gli esercenti carpigiani. A volte possono essere banalità, altre volte spiacevoli inconvenienti, nel peggiore dei casi attacchi di hacker senza scrupoli che buttano al vento il lavoro di anni.
“A causa del coronavirus, Google ha segnato come temporaneamente chiuse tante attività: parrucchieri, negozi, centri estetici, ristoranti che però, da alcuni giorni, hanno riaperto. È importante controllare – spiega Alessandro Zocca, Specialista Web Marketing di Globe a Carpi – che l’avviso non compaia più in Google Map perché il rischio è che i clienti, cercando su Google, vedano che l’attività è chiusa. In molti casi basta cliccare la freccia che c’è di fianco alla scritta temporaneamente chiuso e segnalare che l’attività è aperta. Se non dovesse funzionare in questo modo occorre entrare nella propria scheda di Google My Business e pubblicare un post. Siamo a disposizione per aiutare chi è in difficoltà”.
Più complicato invece il caso di chi, proprio quando solo attraverso i social era possibile postare foto e messaggi relativi ai propri prodotti, è finito nella trappola di hacker professionisti. È successo a Sir Andrew’s preso di mira dieci giorni fa quando ignoti si sono impossessati delle foto e delle migliaia di followers del profilo Instagram. Nonostante la denuncia alla Polizia postale e le mail inviate, ancora nessuno di Instagram ha risposto ai titolari che si stanno rassegnando ad aver perso ciò gli investimenti fatti in questi anni sul social network.
“Fortunatamente si tratta di casi abbastanza rari: gli hacker chiedono un riscatto per restituire ciò che hanno sottratto illecitamente ma non conviene pagare perché non è la soluzione. Il giorno successivo potrebbero chiedere altri soldi.
Il fatto è che – spiega Zocca – sui social come facebook e Instagram niente è veramente di nostra proprietà: possono cambiare le regole e noi dobbiamo adeguarci. Diverso è il sito Internet di cui possiamo rivendicare il possesso: in caso di un attacco informatico possiamo velocemente ripristinare l’ultima versione se è stata salvata nel backup I social restano fondamentali per molte attività di comunicazione perché stimolano gli utenti con foto e testi. Penso che niente sia gratis: aprire un account facebook non costa nulla, è vero, ma noi accettiamo in cambio di cedere i nostri dati affinché i social possano profilarci.”.