La rete oncologica della provincia di Modena ha retto l’urto dell’emergenza coronavirus. Sin dall’inizio dell’epidemia, infatti, l’attività oncologica e onco-ematologica svolta nelle strutture ospedaliere modenesi (cinque gestite da Ausl: Carpi, Mirandola, Sassuolo, Vignola, Pavullo; e due da Azienda Ospedaliera Universitaria: Policlinico e Baggiovara) è stata riorganizzata secondo le linee guida regionali, per poter continuare a effettuare un servizio che, pur modificato nelle modalità, riuscisse a garantire continuità assistenziale ai pazienti. E così è stato, con un leggero incremento delle prime visite effettuate in tutti e cinque i Day Hospital Oncologici Ausl dal 1° gennaio al 21 aprile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Fondamentale, per tenere lontano il virus dai pazienti più fragili, è stata l’attività di triage interno adottato da tutti i Day Hospital Oncologici della provincia, sin dal 26 febbraio scorso. All’ingresso dei reparti sono stati installate postazioni, presidiate da medici e infermieri, con misurazione della temperatura (termometri al laser), somministrazione di un breve test per indagare sulla presenza di eventuali sintomi sospetti per Covid, promozione delle misure di prevenzione (lavaggio delle mani con soluzione alcolica e uso di mascherine chirurgiche per i pazienti sottoposti a terapia) e rispetto delle distanze. Per ridurre il numero di persone nelle aree di attesa, è stato vietato l’ingresso ai famigliari, salvo eccezioni in caso di necessità.
Rimandate le attività ambulatoriali programmate, è stato organizzato un importante sistema di monitoraggio da remoto, con telefonate ai pazienti per conoscere le loro condizioni di salute e controllare gli ultimi esami eseguiti, con la possibilità di visita in ospedale solo in caso di necessità. Garantite, invece, le prestazioni chirurgiche urgenti per le principali patologie e le visite oncologiche urgenti (codici U e B), con la preziosa collaborazione tra i Medici di medicina generale e le strutture sul territorio. Ai pazienti sono stati forniti numeri di telefono dedicati, a cui rispondeva personale del Day Hospital Oncologico; in alcuni casi, è stato reso disponibile anche un numero di cellulare per le urgenze durante il fine settimana.
Per quanto riguarda la somministrazione di terapie, inoltre, non sono mancate le prestazioni per i trattamenti per iniezione, mentre si sono ridotti gli accessi per le terapie orali, che per maggiore sicurezza dei pazienti, sono state organizzate consegnando i farmaci a delegati autorizzati dai pazienti stessi.
“E’ doveroso ringraziare tutto il personale sanitario – sottolineano il dottor Fabrizio Artioli e la dottoressa Lucia Longo, direttori delle Unità operative di Medicina Oncologica dell’Azienda Usl di Modena, il primo per l’Area Nord e la seconda per l’Area Sud – per la dedizione con cui stanno affrontando questa emergenza, impegnandosi in modo instancabile nel contatto quotidiano con i pazienti sia all’interno dei Day Hospital sia per telefono. Grazie a questo è stato possibile garantire la presa in carico dei pazienti che necessitavano di esami urgenti o di iniziare terapie in tempi rapidi, prendendo accordo con i vari servizi ospedalieri. La collaborazione tra i vari servizi è un altro elemento positivo che sta permettendo di fare fronte all’emergenza: tutti si sono messi a disposizione, integrando le diverse competenze a vantaggio dell’assistenza ai cittadini. Otto medici oncologi, ad esempio, hanno prestato la loro attività a sostegno dei reparti internistici impegnati nell’assistenza e cura dei pazienti Covid. Infine un ringraziamento va anche al volontariato, che ci ha continuato a sostenere, se non tramite la presenza di cui purtroppo si è dovuto fare a meno, ma attraverso le donazioni di beni e strumenti importanti per la nostra attività e la sicurezza di tutti”.
“Le attività del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’AOU di Modena – ha aggiunto il direttore del Dipartimento, dottor Giuseppe Longo – sono globalmente proseguite continuando a soddisfare i bisogni assistenziali urgenti e non, nelle diverse fasi della malattia oncoematologica nei diversi setting di diagnosi e cura: in oncologia, ematologia con annesso programma di trapianto di midollo osseo, radioterapia, medicina nucleare, medicina trasfusionale, medicina oncologica ed Hospice. Le attività multidisciplinari compreso il Punto senologico e i Percorsi diagnostici terapeutici dei principali tumori si sono svolti regolarmente. Sin dal 24 febbraio sono state messe in atto strategie di pre-triage telefonico e triage all’ingresso, oltre ad un percorso dedicato per i pazienti che durante il triage presentavano sintomi sospetti per COVID-19. L’accesso è stato garantito solo ai pazienti e a non più di un visitatore/accompagnatore, nei casi indispensabili. Sin da febbraio si è disposto l’utilizzo della mascherina chirurgica sia per gli operatori che per pazienti ed eventuali accompagnatori oltre all’igienizzazione delle mani. Sono state altresì ridotte le visite ambulatoriali in tutte quelle situazioni in cui il colloquio telefonico poteva sostituire la visita. Gli incontri multidisciplinari sono proseguiti secondo il loro programma, con netta riduzione dei partecipanti (un medico per ciascuna disciplina) in ambienti adeguati per dimensioni, in modo da poter rispettare ampiamente il mantenimento delle distanze raccomandate. In questo modo tutto il percorso oncologico diagnostico – terapeutico con tutte le attività di supporto: preparazione e distribuzione dei farmaci a domicilio, psicologico, cure palliative, attività amministrativa ecc. non ha subito alcuna interruzione, proseguendo in regime di massima sicurezza per pazienti, accompagnatori ed operatori sanitari, come il bassissimo numero di infezione di operatori e pazienti può confermare. Un sentito ringraziamento va alla direzione sanitaria, al servizio di Igiene ospedaliera per il costante supporto all’organizzazione assistenziale del dipartimento oltre che a tutti gli operatori sanitari che con entusiasmo e devozione hanno prestato la loro attività con il massimo impegno possibile. La nostra prossima imminente sfida sarà concentrata su come innovare tecnologicamente l’assistenza in modo da poter erogare sempre più attività assistenziali in regime di sicurezza per pazienti e operatori, riducendo al minimo gli spostamenti delle persone e migliorandone la qualità delle cure e della vita globalmente intesa”.
Breast Unit: attività mantenuta
Non si è fermata neppure l’attività oncologica delle Breast Unit modenesi, quella dell’Azienda Usl di Modena con sede all’Ospedale Ramazzini di Carpi, e quella dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria con sede al Policlinico.
Dal 23 marzo scorso l’équipe chirurgica diretta dal professor Giovanni Tazzioli opera all’Hesperia Hospital di Modena, che fornisce il supporto anestesiologico, infermieristico e di ricovero. In queste settimane sono più di 70 gli interventi al seno effettuati dall’équipe del Policlinico, in linea con l’attività svolta precedentemente alla crisi.
“Le nostre pazienti – rassicura il professor Tazzioli, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Senologica – accedono alla nostra struttura, effettuano da noi gli esami pre-operatori le medicazioni post-operatorie e il follow up. All’Hesperia effettuiamo esclusivamente l’intervento chirurgico e la degenza post-operatoria, in modo da non impegnare i nostri anestesisti che sono dedicati alla gestione dell’emergenza Covid-19. E’ importante ricordare anche che la nostra equipe opera insieme a quella dei chirurghi plastici diretta dal professor Giorgio de Santis. Di conseguenza, il servizio che viene assicurato alle nostre pazienti è di fatto equivalente a quello che assicuravamo prima dell’emergenza”.
“Hesperia Hospital ha prontamente risposto alle richieste dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell’Azienda USL – afferma Stefano Reggiani, Direttore Sanitario di Hesperia Hospital Modena –. Gli accordi rappresentano un virtuoso, ed in questo periodo doveroso, esempio di come la sanità pubblica e quella privata accreditata possono creare preziose collaborazioni in modo rapido ed efficace, anche in una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo”.
Nonostante l’emergenza Covid-19 viene garantito tutto il percorso del Punto Senologico dalla diagnosi alla cura della patologia mammaria, assicurando alla paziente la presa in carico come Team multidisciplinare.
“La Breast Unit dell’Ausl ha continuato a lavorare – spiega il dottor Artioli – anche grazie al ricorso alla tecnologia, assicurando le riunioni dei gruppi multidisciplinari a distanza. Non solo per la Breast Unit, ma anche per i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) per le principali patologie. Si continuano a discutere i casi tutte le settimane e ci auguriamo che si possa tornare presto alla normalità; io vorrei fare un augurio ulteriore, ovvero che si possa ripartire prima possibile con gli screening, uno dei punti di forza che abbiamo sempre avuto contro i tumori, perché permettono di fare diagnosi precoce e salvare vite”.