Morti 24 medici. “Bisogna fare tamponi a tutti”

I medici devono poter lavorare in sicurezza, sapendo di non essere contagiati e dunque di non contagiare. I sindacati chiedono chiarimenti alla Regione riguardo un documento inviato alle Asl sul territorio contenente l'indicazione di far andare al lavoro, su base volontaria, il personale positivo al virus nel caso sia asintomatico. La Regione: “è stato redatto sulla base delle indicazioni tecnico-scientifiche che abbiamo ricevuto".

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Foto tratta da ilmessagero.it

Infettivologi, medici ospedalieri, medici di famiglia, camici bianchi in pensione rientrati in servizio per dare una mano: sono 24, ad oggi, i medici italiani deceduti per l’epidemia di Covid 19 mentre il numero dei contagi tra gli operatori ha raggiunto quota 4.824. Un’emergenza nell’emergenza per arginare la quale il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Filippo Anelli chiede di effettuare “con urgenza i tamponi a tutto il personale sanitario in prima linea”.

FNOMCEO: I MEDICI DEVONO POTER LAVORARE IN SICUREZZA SAPENDO DI NON ESSERE CONTAGIATI E DUNQUE DI NON CONTAGIARE

Se l’elenco dei camici bianchi deceduti per l’epidemia da Convid-19 “continua ad allungarsi, ciò – afferma Anelli – è dovuto al fatto che continuano a mancare i dispositivi di protezione individuali Dpi”. In questo modo, “gli ospedali non sono più solo luogo di cura ma si trasformano anche in luoghi di contagio, e questo vale anche per i medici di famiglia, anch’essi sforniti di Dpi”. Il problema è che è sfuggito il controllo sul territorio. Interi reparti ospedalieri vengono chiusi per i contagi e sempre più medici sono in quarantena. A fronte di ciò “è fondamentale estendere l’uso dei tamponi, perché i medici devono poter lavorare in sicurezza, sapendo di non essere contagiati e dunque di non contagiare”. Eppure, nonostante l’indicazione del Comitato tecnico scientifico di estendere i tamponi a tutti i sanitari in prima linea e più esposti al rischio anche se asintomatici, afferma, “la stragrande maggioranza delle Regioni non segue quanto stabilito dal Cts. Ciò accade su tutti il territorio tranne poche eccezioni come il Veneto. Si continua a lesinare sul numero dei tamponi e ciò è inaccettabile”. E’ “assurdo che l’indicazione del Cts non venga rispettata”. Ora, conclude, “è previsto anche dall’Istituto superiore di sanità un allargamento dei laboratori per l’analisi dei tamponi, dunque le condizioni ci sarebbero, ma resta una forte frammentarietà sul territorio”.

SINDACATI: “CHIEDIAMO CHIARIMENTI SUL DOCUMENTO CHE CONTIENE L’INDICAZIONE DI FAR ANDARE AL LAVORO SU BASE VOLONTARIA IL PERSONALE POSITIVO AL VIRUS NEL CASO SIA ASINTOMATICO”

Mandare al lavoro personale sanitario positivo al coronavirus ma asintomatico “sarebbe una scelta contraria alla tutela della salute”. A sostenerlo sono la Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna che, in una nota, chiedono chiarimenti alla Regione riguardo un documento inviato alle Asl sul territorio contenente l’indicazione di far andare al lavoro, su base volontaria, il personale positivo al virus nel caso sia asintomatico. I sindacati dicono di essere venuti a conoscenza del provvedimento dagli stessi dipendenti.

Di fronte a questo quadro, proseguono i sindacati, “si rende necessario un incontro per ridefinirne i contenuti”, anche perché, viene evidenziato, “per noi la salute di un medico, di una infermiera, di un Oss o di un qualunque altro operatore sanitario ha lo stesso valore da Piacenza fino a Rimini, e i protocolli di prevenzione e tutela della salute su chi lavora devono essere uguali per tutti”.

REGIONE EMILIA ROMAGNA: IL DOCUMENTO E’STATO REDATTO SULLA BASE DELLE INDICAZIONI TECNICO – SCIENTIFICHE CHE ABBIAMO RICEVUTO

“Siamo pronti al confronto, come facciamo sempre, con le Organizzazioni sindacali in merito al documento inviato alle Ausl sul tema della tutela degli operatori sanitari impegnati nella lotta al coronavirus”. Così, in una nota, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini apre al dialogo con i sindacati dopo che Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna hanno chiesto  chiarimenti alla Regione riguardo un testo inviato alle aziende sanitarie sul territorio contenente l’indicazione di far andare al lavoro, su base volontaria, il personale positivo al virus nel caso sia asintomatico.

“Un documento – osserva Donini – che è stato redatto, lo voglio precisare, sulla base delle indicazioni tecnico-scientifiche che abbiamo ricevuto”. Quanto “ad aumentare il numero dei tamponi eseguiti”, altra richiesta dei sindacati, “il nostro impegno rimane e già lo stiamo onorando – prosegue l’assessore -: tra le priorità vi è certamente quella rappresentata dalla necessità di tutelare chi sta facendo uno straordinario lavoro in tutti i luoghi di cura dell’ Emilia-Romagna, professionisti che sono messi a dura prova in questi giorni e che non smetteremo di ringraziare”. Pertanto, conclude Donini, “detto questo come è nostra consuetudine da sempre, apriremo da subito, assieme al Commissario ad acta per l’Emergenza coronavirus, Sergio Venturi, un confronto con le Organizzazioni sindacali, per far sì che la lotta al virus possa realizzarsi nelle migliori condizioni possibili, nella difficile situazione nella quale ci troviamo”.

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