Spettabile Redazione, sono il titolare di un piccolo maglificio a Carpi e vorrei portare alla vostra attenzione la situazione drammatica in cui sta versando il nostro settore in seguito all’emergenza Covid19 che stiamo vivendo.
Come ben sapete, i negozi di abbigliamento sono stati costretti a chiudere per decreto già lo scorso 9 marzo. Le vendite per la stagione Primavera – Estate non sono neppure partite e di questo passo l’intera stagione salterà.
I negozi hanno montagne di merce ancora da vendere – ma da pagare – e i maglifici hanno un’altra montagna di merce da spedire – che mai spediranno ma che dovranno pagare.
La prossima collezione Primavera – Estate 2021 è già morta in partenza perché nessun cliente comprerà nulla, avendo già in magazzino quella precedente ancora invenduta.
L’invernale è un’incognita perché i clienti sono terrorizzati e stanno annullando gli ordini che già avevano fatto.
I maglifici si domandano inoltre se sia il caso di produrre merce invernale, destinata a quei clienti che devono ancora pagare la merce – completamente invenduta – della Primavera – Estate, e che ora sono a fortissimo rischio di insolvenza.
Diamo infine per scontato che a marzo e aprile praticamente nessun cliente pagherà le ri.ba., e tutte le aziende della filiera avranno enormi problemi di liquidità.
E non parlo di un futuro lontano, parlo dei prossimi 15 giorni, e del prossimo mese.
Non possiamo certo attendere i lunghi tempi della burocrazia e della politica per accedere a quei fondi di garanzia di cui il presidente Conte ha parlato, ma di cui ancora non si vede l’ombra.
Qui non si tratta – come per altri settori – di rinunciare al fatturato di un paio di mesi, bensì di un danno che si ripercuoterà, oltre che nell’immediato, anche e sopratutto sulle prossime stagioni.
Ho sentito tanti proclami in questi giorni, ma nessuna voce si è levata in difesa del nostro settore, che nonostante sia sempre trascurato, mi sembra contribuisca in modo sensibile al PIL italiano.
In quanto settimanale di Carpi, importante polo produttivo della maglieria, mi piacerebbe faceste sentire un po’ di più la voce di questo settore ferito.
Temo che dal prossimo settembre Carpi sarà una città in ginocchio, con migliaia di persone alla disperata ricerca di un lavoro.
Lettera firmata
“Temo che Carpi da settembre sarà una città in ginocchio”
Pubblichiamo la lettera del titolare di un piccolo maglificio di Carpi: “Nel tessile - abbigliamento non si tratta, come per altri settori, di rinunciare al fatturato di un paio di mesi, bensì di un danno che si ripercuoterà, oltre che nell’immediato, anche e sopratutto sulle prossime stagioni”.