Coronavirus ed economia: le proposte di Bonaccini al Governo

Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in videoconferenza da Bologna: "Indispensabile un piano straordinario di investimenti, a partire dalle opere pubbliche, e l'intervento dell'Europa. Solo insieme si può superare l'emergenza”.

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Stefano Bonaccini

Attivare un piano straordinario di investimenti, a partire dalle opere pubbliche, che passi anche per la semplificazione burocratica e l’attribuzione di poteri speciali, come avvenuto per la ricostruzione del ‘Ponte Morandi” di Genova.
Prorogare, oltre il mese finora previsto nel primo decreto, gli ammortizzatori in deroga nelle regioni più colpite, estendendoli fino alle piccole e piccolissime imprese di tutti i settori maggiormente interessati. E, da parte dell’Unione Europea, un intervento straordinario sul piano degli investimenti per riuscire a fronteggiare questa emergenza.
Sono alcune delle principali proposte contenute nel documento condiviso da tutte le Regioni e presentato ieri al Governo durante l’incontro a Roma, a cui il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha partecipato collegandosi in videoconferenza dalla sede di viale Aldo Moro.
Al centro dell’incontro tra Governo, Regioni, Upi (Unione Province d’Italia) e parti sociali, le misure economiche da mettere in campo a favore di imprese e famiglie per fronteggiare la crisi causata dal Coronavirus.  

“Le misure finora messe in campo, pur essenziali per le cosiddette ‘zone rosse’, non sono sufficienti.  Con questo documento – ha sottolineato Bonaccini – abbiamo cercato di tenere insieme le esigenze delle tre Regioni più colpite, che stanno vivendo la situazione più complicata sia dal punto di vista sanitario sia economico, con le esigenze di tutto il Paese, peraltro già colpito nella sua interezza in alcuni settori come quello turistico. Perché solo insieme e insieme all’Europa possiamo affrontare e superare questa emergenza”.
Tra le richieste avanzate, quella di mettere a disposizione di tutte le imprese – in particolare piccole e piccolissime e per i settori più colpiti, a partire dal turismo – la liquidità, a partire da un intervento del Fondo centrale di Garanzia.  Necessaria, poi, una misura di ristoro per le aziende che hanno subito una riduzione di ordini dall’estero e delle prenotazioni in ambito ricettivo e della ristorazione, per gli intermediari nel settore del turismo, per gli agriturismi e gli operatori congressuali.
Tra le richieste avanzate, la sospensione e la rateizzazione di tutti i tributi, lo snellimento delle pratiche burocratiche, in particolare l’accelerazione dei pagamenti e delle erogazioni della Pubblica amministrazione. Una specifica proposta è stata fatta per il settore agricolo: quella diinnalzare dal 50 al 70% l’anticipo della Pac 2020 e il regime de minimis alle imprese.
Per vari comparti, in particolare manifatturiero, turistico alberghiero e dell’edilizia, è stata chiesta la definizione normativa delle limitazioni per la diffusione del Covid-19 come causa di forza maggiore per gli inadempimenti contrattuali degli operatori economici nelle relazioni interne ed esterne al mercato comune europeo. Proposta inoltre un’azione specifica di sostegno allo sviluppo digitale delle imprese attraverso voucher/contributi; e azioni integrate a livello nazionale ed internazionale, attraverso Enit (Agenzia nazionale italiana del turismo),per supportare il settore turistico.
E ancora: l’estensione e attivazione immediata della Cassa integrazione in deroga per tutte le aziende dei settori colpiti; l’estensione e la proroga a tutto il territorio nazionale delle misure fiscali e tributarie già previste, prevedendo al termine della sospensione un periodo di almeno sei mesi per la rateizzazione; la sospensione del pagamento delle rate dei mutui bancari e dei relativi interessi; l’accesso facilitato al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese.
“Chiediamo un vero e proprio piano straordinario per il settore fieristico – ha aggiunto Bonaccini – e un pacchetto di misure straordinarie a supporto del Made in Italy e per l’internazionalizzazione. Per quanto riguarda l’istruzione, anche in vista della chiusura delle scuole in tutto il Paese fino al 15 marzo, è necessario garantire il diritto allo studio con attivazione delle lezioni a distanza”.
A questo proposito, un’altra richiesta avanzata è quella di indennizzare contestualmente i gestori privati di tutti i servizi correlati, dalle mense scolastiche ai servizi educativi, dal trasporto ai dormitori. Infine, nel documento presentato al Governo, anche l’attivazione del Fondo di solidarietà e la riduzione della percentuale di cofinanziamento Ue per la dotazione dei Fondi Strutturali 2021- 2027. /EC

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