Riaprono le palestre private ma gli impianti sportivi pubblici rimandano l’apertura al 9 marzo

Mentre i privati sono liberi di riaprire da domani, i responsabili delle società che hanno in gestione o custodia strutture pubbliche hanno convenuto con l’Amministrazione comunale di rinviare la riapertura a lunedì 9 marzo, al fine di procedere in questi giorni ad adeguati interventi di sanificazione di spogliatoi e locali comuni, secondo un protocollo suggerito dalla Federazione Medici Sportivi Italiani.

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Da domani possono riaprire palestre e impianti sportivi, torna il mercato settimanale e in generale varranno le prescrizioni del decreto governativo, senza ulteriori restrizioni per il territorio di Carpi: scade infatti oggi l’ordinanza sindacale di lunedì.
“Abbiamo incontrato le società che gestiscono l’impiantisca sportiva di Carpi, dai campi di calcio a quelli di rugby, dalle palestre alla piscina comunale e, insieme, – ha commentato il sindaco Alberto Bellelli – abbiamo convenuto di riaprire gli impianti nella giornata di lunedì per permettere così una sanificazione profonda degli spogliatoi, parte più sensibile rispetto a un eventuale scambio di contagio. Un segno importante di come lo stesso mondo sportivo si senta parte di questa sfida comune: combattere la diffusione del coronavirus”.
Mentre i privati sono liberi di riaprire da domani, i responsabili delle società che hanno in gestione o custodia strutture pubbliche hanno convenuto con l’Amministrazione Comunale di rinviare la riapertura a lunedì 9 marzo, al fine di procedere in questi giorni ad adeguati interventi di sanificazione di spogliatoi e locali comuni, secondo un protocollo suggerito dalla Federazione Medici Sportivi Italiani.
“Carpi – aggiunge l’assessore allo Sport, Marco Truzzi – aveva istituto livelli di guardia superiori rispetto a quelli di altri comuni dell’Emilia Romagna a causa del numero di positivi al di sopra della media. Misure che però da domani si interrompono poiché inibite dal decreto ministeriale. La reazione delle società sportive di fronte a questo quadro complesso è stato davvero straordinario. La loro decisione di rimandare l’apertura al 9 marzo, dovrebbe inorgoglire ciascuno di noi: hanno agito loro, con prontezza, laddove il Ministero ha impedito a noi amministratori di farlo. In una situazione di difficoltà come quella attuale hanno deciso di anteporre la salute e la sicurezza degli atleti alla performance e, in alcuni casi, al guadagno. In questo modo chi varcherà la soglia degli impianti pubblici avrà un livello di sicurezza più alto”.
Le attività andranno svolte rispettando determinate norme igienico-sanitarie: in assenza di pubblico e garantendo una distanza negli spogliatoi di almeno un metro tra un atleta e l’altro. “Gli allenamenti saranno sfalsati per evitare concentrazioni in spogliatoio e affollamento nelle docce”, prosegue il sindaco. Negli impianti sportivi pubblici saranno inoltre tenuti registri delle presenze, nel rispetto di quanto stabilito dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali “per capire orari e presenze onde evitare di dover lanciare appelli generalisti laddove si dovessero verificare delle positività”.
“Ricordo quello lanciato la scorsa settimana sulla piscina: non era certo l’impianto a essere diventato contagioso – puntualizza Truzzi – bensì un positivo l’aveva frequentata per due ore e l’appello è servito all’Igiene Pubblica per capire chi poteva esservi entrato in contatto. Il registro presenze servirà dunque a intervenire in maniera chirurgica qualora si dovesse presentare una situazione simile”.
Negli uffici comunali accessibili al pubblico continueranno a valere le precauzioni di carattere generale (distanza di sicurezza); confermate le norme per biblioteca e Palazzo dei Pio: Loria aperta per il servizio di prestito, Castello dei ragazzi chiuso, Archivio storico aperto su prenotazione, Musei e InCarpi aperti con accesso contingentato.
Per quanto riguarda il Consiglio comunale in programma domani, è stato deciso – in accordo con i capi-gruppo – di rinviarlo al giovedì successivo, 12 marzo, per evitare di doverlo tenere a porte chiuse.
Da questo momento in poi, conclude Alberto Bellelli, “i sindaci non possono far altro che applicare i decreti ministeriali”.

J.B.

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