Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono tranne un piccolissimo colibrì: si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, la lasciò cadere sopra la foresta. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?”. L’uccellino, incurante delle critiche, si gettò nel fiume per raccogliere un’altra goccia. Contagiati dal suo esempio, tutti i cuccioli d’animale lo imitarono e, a quella vista, gli adulti smisero di deriderli e, insieme, domarono il rogo. “Oggi – disse il leone al colibrì – ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio”.
Una lezione quella offerta da questa deliziosa favola africana che incarna perfettamente lo spirito che muove Bonfiglio Grandi, consulente per l’edilizia ecosostenibile, da anni impegnato a promuovere un nuovo modo di costruire e di abitare in città e non solo. “Oggi – spiega – abbiamo tutte le tecnologie, le conoscenze e i materiali necessari per realizzare edifici poco impattanti sull’ambiente, salubri e autosufficienti dal punto di vista energetico. Il nostro pianeta esige di essere protetto, non c’è più tempo ormai né tantomeno scuse, ciascuno deve fare la propria parte, proprio come il colibrì”.
Ed è proprio questo uccellino a dare il nome all’innovativo progetto, firmato dall’architetto carpigiano Luca Malavasi, che sorgerà a Carpi in via Tre Ponti. “Il nuovo complesso residenziale Colibrì nascerà all’interno di un’area oggi occupata da un capannone industriale degli Anni ’60: nessun consumo di suolo dunque, bensì un intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana. Strategico per quanto concerne servizi e mobilità, il complesso sarà del tutto ecosostenibile, il primo di questo genere in Emilia Romagna e il secondo in Italia”, sottolinea Grandi. Un’etichetta, quella della sostenibilità, oggi altamente abusata, “dietro alla quale, spesso, non vi è nulla se non un’autocertificazione”. L’intervento di via Tre Ponti, al contrario, avrà l’attestazione di ClimAbita, autorevole agenzia fondata e presieduta da Norbert Lantschner, ovvero una certificazione ambientale a 360° che fa riferimento a 4 macrosettori: energia, materiali, salubrità e habitat.
Un modo di costruire che tiene conto anche della socialità e del benessere: “il fulcro del progetto, fatto a ferro di cavallo, è la piazza centrale di 1.500 metri quadri creata appositamente per il solo accesso pedonale e per favorire così l’incontro e l’aggregazione. La soluzione di lasciare l’auto all’esterno è stata pensata per disincentivare l’utilizzo di mezzi inquinanti a motore e favorire gli spostamenti pedonali e ciclabili resi possibili dalla vicinanza dei vari servizi e del centro. Prevista anche l’installazione di tre colonnine di ricarica elettrica per i veicoli degli abitanti del quartiere”.
Composto di villette a schiera e una palazzina con tredici appartamenti, il nuovo complesso residenziale metterà il verde al centro: oltre ad aiuole e giardini, infatti, “il concept dell’edificio più alto – prosegue Bonfiglio Grandi – sarà simile a quello del Bosco verticale di Boeri a Milano, pertanto creeremo un contorno di verde intensivo pieno di piante e cespugli, una vera novità alla portata di tutte le famiglie e non solo per un’élite. Verde che verrà irrigato con l’acqua del canale della Bonifica che in corso d’opera tomberemo, eliminando così dalla zona la sgradita presenza di topi, bisce e nutrie come più volte denunciato dai residenti”. Scegliere una soluzione abitativa di questo genere significa mettere al centro la propria salute e quella dell’ambiente in cui siamo immersi. Una casa realizzata in legno, un materiale che non implica consumo di CO2, che non prevede lo sfruttamento di fonti fossoli ma l’impiego efficiente di energie rinnovabili. Un’abitazione green dove ogni dettaglio è pensato per favorire il comfort ambientale indoor e il benessere di chi ci vive.
Jessica Bianchi