Coronavirus, l’assessore alla Salute, Venturi: niente allarmismi ma è fondamentale la collaborazione di tutti

“Siamo di fronte a un virus nuovo, ma non ci sono motivi per lanciare allarmi che possano ingenerare panico tra le persone” ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi ma la psicosi è scattata con supermercati presi d’assalto e scaffali di generi alimentari vuoti.

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Scaffali vuoti all'Esselunga

“Il mondo è cambiato per tutti da venerdì mattina a oggi: questa settimana di stop – sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi – è una misura prudenziale perché in Emilia Romagna la situazione è ben diversa da quella di Lombardia e Veneto. Qui vi sono nove casi (ndr – dei nove diagnosticati al virus, 5 sono ricoverati presso l’ospedale di Piacenza in isolamento, mentre 4 si trovano al proprio domicilio, sempre in isolamento) e arrivano tutti dal primo focolaio lombardo: si tratta di operatori sanitari e persone di Piacenza che hanno avuto contatti con cittadini che venivano da Codogno. Sappiamo quindi perfettamente come questi nostri corregionali si sono infettati. Se nel corso di questa settimana non registreremo sostanziali differenze potremo certamente dici più fiduciosi”.

L’Ordinanza del Ministro Roberto Speranza e del presidente Stefano Bonaccini, lo ricordiamo, fa scattare in Emilia-Romagna fino al 1° marzo la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, degli asili nido, la sospensione di manifestazioni, eventi e gare sportive, la chiusura di musei e cinema: “questa settimana di chiusura dei luoghi di aggregazione – prosegue l’assessore Venturi – ci aiuterà a cercare di far in modo che la diffusione del virus, così forte in altre regioni, non si verifichi anche in Emilia Romagna. Siamo di fronte a un virus nuovo, ma non ci sono motivi per lanciare allarmi che possano ingenerare panico tra le persone. E vanno rispettate alla lettera le indicazioni contenute nell’Ordinanza. Con tutte le centinaia di tamponi che stiamo eseguendo ci aspettiamo qualche altro caso ma se rimane confinato allora siamo sulla buona strada. Siamo di fronte a una sindrome influenzale, cerchiamo di fare in modo che passi così come è arrivata senza fare grandi danni”.

L’assessore ribadisce poi l’importanza di mettere in atto piccoli ma fondamentali gesti a partire dal lavaggio frequente delle mani: “ciascuno di noi deve prestare la massima attenzione ai propri comportamenti. La chiusura dei luoghi di socialità aiuta ma grandi e piccoli devono lavarsi le mani per bene qualora tocchino maniglie o altri oggetti al di fuori della propria casa. Un’altra buona norma è quella di tossire o starnutire nell’incavo del gomito e non sulle mani perché quella mano ne stringerà un’altra… e così via. Norme semplici, di buon senso che però contribuiscono a mantenerci sani”.

Dal punto di vista operativo, si è deciso di potenziare i laboratori analisi, per cui al Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche (CRREM) del S.Orsola di Bologna si aggiunge anche il laboratorio dell’ospedale di Parma.
Per quanto riguarda, invece, le necessità legate al periodo di isolamento a casa da parte di pazienti ancora in attesa di diagnosi certa, è stata messa a disposizione una struttura a Reggio Emilia (la REMS, Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, prossima all’apertura), con 30 camere singole con bagno, per le persone che abbiano difficoltà a garantire un isolamento presso la propria abitazione.
All’ospedale di Piacenza verranno allestiti due strutture della Protezione civile per garantire una sorta di “pre-accesso” al Pronto soccorso, dove i sanitari provvederanno ad effettuare un primo triage, per poi smistare le persone secondo i percorsi di cura più adeguati.
Sempre nelle prossime ore saranno attivati in ogni provincia dell’Emilia-Romagna i Centri di Coordinamento dei Soccorsi cui si affiancheranno i Centri Operativi Comunali.

E, infine, l’invito dell’assessore è quello di non recarsi al Pronto soccorso nel caso in cui si ritenga di avere sintomi legati alla presenza del virus. “Non fatelo, può creare problemi. Chiamate il Numero verde o telefonate al vostro medico di Medicina generale, o chiamate il numero 1500 del Ministero. E poi, in caso di urgenze, naturalmente, rimane sempre attivo il 118. Ma non andate al Pronto soccorso se avete il dubbio di avere i sintomi del contagio”.