Lasciamo che l’arte rifaccia i connotati a Carpi

Carpi culla del Rinascimento, della memoria, del tessile… la nostra città ha avuto molte anime ma oggi la sua identità è incerta. La cultura può correre in suo aiuto. Potremmo diventare una piccola capitale della street art e richiamare così le migliaia di appassionati che girano l’Italia e l’Europa in lungo e in largo a caccia di questi tesori evanescenti.

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Ericailcane - Novi di Modena

Il mio preferito è senza dubbio il coniglio graffittato da Ericailcane ma, grazie al festival Totart – poi inspiegabilmente interrotto per far posto a rivoluzionarie mostre dedicate a ricamo e cucito – molti muri a Novi di Modena sono letteralmente fioriti. Il potere di rigenerazione della street art è innegabile e anche nella vicina Novi, messa in ginocchio dal sisma, l’arte urbana ha contribuito a far sbocciare il colore sulle macerie. La valorizzazione del tessuto urbano passa anche attraverso questa espressione artistica, capace di attribuire una nuova identità agli spazi a rischio degrado.

A Carpi le brutture si sprecano: dalla vecchia piscina alla stazione delle corriere, dai numerosi profili in cemento armato dei capannoni industriali dismessi alla facciata dello stabile che ospita la Polizia Municipale, passando per il Biscione di via Unione Sovietica. Sinora però le amministrazioni che si sono succedute non hanno dimostrato una particolare sensibilità alla cultura della street art. Un movimento che ha però conquistato il cuore dei carpigiani: due le famiglie che hanno dato l’esempio, regalandosi – e regalando a tutti noi – un murales sulle facciate delle proprie case. E allora perché non investire su questi artisti? Perchè non scommettere su una cultura che nulla ha a vedere con i musei e le chiuse stanze ma che, al contrario, trasforma le città in laboratori creativi? Perchè non rendere Carpi una galleria a cielo aperto? Carpi culla del Rinascimento, della memoria, del tessile… la nostra città ha avuto molte anime ma oggi la sua identità è incerta. Incolore. La cultura può correre in suo aiuto. Potremmo diventare una piccola capitale della street art e richiamare così le migliaia di appassionati che girano l’Italia e l’Europa in lungo e in largo a caccia di questi tesori evanescenti. Perchè è proprio questa la straordinaria bellezza della street art: la puoi guardare, toccare, vivere ma soltanto per un poco. Prima che la pioggia, il sole, lo smog… ne deturpino i contorni, la sbiadiscano, la cancellino. Murales che possono essere tracciati non solo sui muri ma anche sull’asfalto, in orizzontale. Pensate alla ciclabile di viale Peruzzi o ai vialetti asfaltati dei parchi come a un tripudio di colori! Gli esempi nel nostro Paese si sprecano.

“Ho chiesto un incontro all’assessore alle Politiche Culturali, Davide Dalle Ave – spiega lo street artist Sebastiano Matarazzo, in arte Mat!, autore del maestoso Don Chisciotte che svetta su un muro di viale De Amicis, nonché anima del progetto novese Totart – e per la prima volta a Carpi ho registrato un’apertura. Mi ha proposto di lavorare insieme per dar vita a un laboratorio di street art allo Spazio Giovani Mac’è ma io credo che Carpi sia pronta per qualcosa di più. Poter intervenire su edifici che paiono ferite, scempi, nel tessuto urbano sarebbe davvero grandioso. L’assessore mi ha chiesto di presentargli una proposta coi luoghi sui quali lavorare”.

Un punto di partenza potrebbero essere le “casette dell’Enel, come è stato fatto a Imola ad esempio. Interventi semplici che non necessitano di ponteggi o piattaforme, spalmati su tutta la città”.

Il sogno di Mat! però ha dimensioni ben più ampie: “la stazione delle corriere è un’oscenità, perché non metterla a disposizione degli artisti per ricoprirla di graffiti? Anche la zona industriale è un agglomerato di cemento: perché non creare lì un distretto di murales? Una vera e propria galleria a cielo aperto! A Milano molti imprenditori hanno finanziato la street art avendo in cambio benefici o sgravi economici da parte del comune, un esempio a cui guardare con grande interesse”.

“Abbiamo coinvolto alcuni artisti – spiega l’assessore Dalle Ave – per dar vita a un progetto allo Spazio Giovani che prenda ispirazione dal leggendario telescopio Hubble che quest’anno compie 30 anni. Vorremmo anche creare un contest per rivestire d’arte i pannelli di legno che circondano la vecchia piscina: al vincitore potrebbe essere data poi la possibilità di eseguire un’opera più grande su un’altra superficie. Anche graffitare i pannelli che chiudono i cantieri potrebbe essere una bella occasione… Le idee non mancano ma siamo alle prime armi in materia di street art e quindi ci stiamo ancora prendendo la misure. Ci dobbiamo rodare prima di passare all’arredo urbano vero e proprio”.

E’ vero, le cose da fare, a Carpi, sono numerose: allargare il reticolo di ciclabili, ridisegnare la segnaletica stradale, illuminare i passaggi pedonali, realizzare il Parco della Cappuccina, sbloccare cantieri… la lista è lunga ma la cultura può contribuire a un cambio di passo. Andiamo oltre gli “impolverati” e vuoti musei cittadini. Al popolo dei festival (filosofia e racconto) aggiungiamone un altro: quello degli appassionati dell’arte di strada. Lasciamo che l’arte rifaccia i connotati a Carpi.

Jessica Bianchi

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