In Emilia-Romagna non ci sono casi di coronavirus. “Siamo attenti e attrezzati, ma non allarmati”. A metterlo in chiaro è la Regione, che ha messo in piedi una task force per monitorare e gestire la situazione, mentre il laboratorio di riferimento regionale è la Microbiologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, attivo sette giorni su sette e in grado di eseguire i test in poche ore per verificare la presenza o meno del virus.
“Qualora una persona sia stata nelle zone a rischio e non manifesti sintomi non si farà nulla, al contrario se presenta sintomi lievi deve immediatamente contattare il proprio medico di famiglia e, a seconda della loro gravità e al tipo specifico di esposizione, si andrà a graduare l’intervento per garantire la massima a sicurezza della persona e dell’intera cittadinanza”, ha sottolineato la direttrice generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione Emilia Romagna, Licia Petropulacos.
A fronte dei sintomi, simili a quelli di una “comune influenza”, ovvero “rialzo febbrile, tosse e raffreddore” prosegue Petropulacos, “si fa un accertamento che taglia la testa al toro”. Oggi, conclude “nella nostra Regione è ben più pericolosa l’influenza”.
Dopo l’accertamento di due casi accertati di Coronavirus a Roma, la psicosi aumenta e anche le farmacie modenesi sono state prese d’assalto: “da qualche giorno – spiegano alcuni farmacisti – non abbiamo più mascherine. La gente fa la fila per trovarne ma reperirle è sempre più difficile. La forte richiesta arriva soprattutto da chi deve recarsi in aeroporto per partire”. Peraltro. proseguono i professionisti, “la mascherina è soltanto un palliativo”.
Di fronte all’emergenza coronavirus, sollevata a livello mondiale, nella nostra Regione “l’attenzione è alta ma non esiste allarme”, assicura il direttore dell’Unità Malattie Infettive Policlinico Sant’Orsola Bologna, Pierluigi Viale.
“Certo un evento di portata mondiale come questo non può essere trascurato la abbiamo tutte le competenze e i livelli di attenzione necessari affinché una persona possa circolare per la nostra Regione senza il pericolo che gli cada in testa il coronavirus. E, – sottolinea il dottor Viale – qualora capitasse, siamo in grado di gestire la situazione. Oggi la malattia è strettamente legata ai soggiorni in aree specifiche della Cina dunque, riversare sui Pronto Soccorso delle nostre città le proprie ancestrali paure di contagio di manzoniana memoria è inutile. Inoltre i Pronto Soccorso si devono misurare con l’endemia dell’infezione influenzale: questo non è il momento di intasarli per paure non supportate da dati epidemiologici reali”.
Coronavirus: oggi nella nostra Regione è ben più pericolosa l’influenza
Di fronte all’emergenza coronavirus, sollevata a livello mondiale, nella nostra Regione “l’attenzione è alta ma non esiste allarme”, assicura il direttore dell’Unità Malattie Infettive Policlinico Sant’Orsola Bologna, Pierluigi Viale.