Poco importa che Leonardo e Sofia siano i nomi preferiti dai neo genitori. Continuano a diminuire i nati, a Carpi come nel resto d’ Italia. Nel 2019 siamo scesi sotto soglia 500: sono stati 479 i bambini nati, residenti a Carpi, e non era mai successo prima. Anzi, fino al 2015 non si era mai scesi sotto la soglia dei 600 e addirittura nel 2010 erano stati 773. Il baratro della decrescita demografica avrà effetti devastanti sui servizi scolastici ed educativi. Quando i nati nel 2019 inizieranno il loro percorso nella scuola dell’obbligo, varcando la soglia della loro prima classe, saranno complessivamente 2.724 gli alunni di scuola primaria a Carpi con un calo rispetto alla situazione attuale (sono 3.342 nell’anno scolastico 2019/2020) di 618 bambini. Considerando una media di 20-25 bambini per classe, verranno meno una ventina di classi, cioè due intere scuole.
Lo scenario apocalittico si realizzerà a breve, tra poco più di cinque anni, quando i nati nel 2019 entreranno in classe. Quindi la questione non si può rimandare: ci sono in ballo posti di lavoro, riorganizzazione della città, edifici da riconvertire. L’effetto del calo demografico si avvertirà ancor prima nei servizi educativi, asili nido e scuole dell’infanzia: attualmente a Carpi viene iscritto all’asilo nido il 42,65% dei bambini 0-3 anni per un totale di 598 bambini (19 le strutture tra pubbliche e private presenti sul territorio); dieci anni fa (a.s.2009/2010) il 41,62% dei bambini 0-3 frequentava l’asilo nido per un totale di 648 bambini. Ciò significa che, nonostante gli sforzi fatti sinora, cresce di poco la percentuale di chi sceglie di iscrivere il proprio figlio al nido mentre incide sempre più il calo delle nascite.
Alla scuola d’infanzia, che pure non è obbligatoria, oggi sono iscritti 1.677 bambini su 1.769 nati (94,7%); tra tre anni, quando i 2019 potranno accedere alla scuola d’infanzia, gli iscritti saranno circa 1477, duecento bambini in meno, almeno 8 sezioni in meno.
Fin da oggi occorre fare scelte che abbiano come orizzonte quello scenario affrontando i nodi che riguardano il personale e la riconversione di edifici, di proprietà comunale, che rimarranno inesorabilmente vuoti. Tra cinque anni potrebbero diventare la nuova sede comunale o una nuova struttura per anziani se si inizia oggi a programmare e progettare il loro futuro.
Sara Gelli