Rivestiamo d’arte le bacheche vuote

Un tempo pullulanti di manifesti e locandine le bacheche che punteggiano il centro storico oggi sono tristemente vuote. Il Comune potrebbe farsi carico di ridurne il numero e ripensarne l’uso. Un esempio? Perché non mettere a disposizione questi spazi agli street artist di casa nostra? Perchè non far rifiorire quei pezzi di muro e creare al contempo un percorso all’insegna dell’arte di strada? L’operazione non solo rappresenterebbe un dono per la città ma anche l’occasione per richiamarvi gli amanti del genere.

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Via Paolo Guaitoli

Vuote. Desolanti. Le numerose bacheche che punteggiano il centro storico si sono ridotte a vere e proprie ferite per gli occhi e per il decoro urbano. Un tempo pullulanti di manifesti e locandine oggi non sono che la testimonianza di un declino cittadino inesorabile. Basta puntare gli occhi sui muri, sotto ai portici e non solo, per rendersi conto della loro bruttezza e inutilità. Al posto dei manifesti solo grigio, scarabocchi o disegni osceni come si può notare in via Paolo Guaitoli, proprio a ridosso della catena (i primi dieci metri sono a dir poco vergognosi). Sotto al Portico Lungo, proprio di fronte al Palazzo, le bacheche sono innumerevoli e offrono al visitatore attento un’immagine a dir poco degradante. Basterebbe poco per ridar vita a questi spazi inutilizzati e renderli così finestre vive e vivaci e non più cicatrici di un tempo ormai perduto (invito i nostalgici a rimirare i manifesti del Partito Repubblicano Italiano apposti nelle due bacheche a ridosso della Pizzeria Geremia’s in corso Fanti o il manifesto del pellegrinnaggio datato 2015 poco più avanti sotto al portico del medesimo corso). Il Comune, con uno sforzo minimo, potrebbe infatti farsi carico di ridurne il numero e ripensarne l’uso. Un esempio? La rigenerazione urbana sempre più spesso passa attraverso l’arte. E allora perché non mettere a disposizione questi spazi agli street artist di casa nostra? Perchè non far rifiorire quei pezzi di muro e creare al contempo un percorso cittadino all’insegna dell’arte di strada? L’operazione non solo rappresenterebbe un dono per la città ma anche l’occasione per richiamarvi gli amanti del genere, abituati a visitare anche gli angoli più remoti per ammirare la potenza dei murales.  Una riqualificazione che potrebbe allargarsi, previo consenso dei proprietari dei muri, anche a quelle porzioni di centro oggi del tutto abbandonate a se stesse. 

Gli esempi sono numerosi: da via Berengario alla via della Catena, da via Nova a via Matteotti, passando per viale Fassi e l’asse Fanti – Cabassi.  Un altro straordinario esempio di rigenerazione urbana è sicuramente il progetto Distatchwork nato dalla genialità dell’artista berlinese Jan Vormann: da anni gira il mondo armato di mattoncini Lego per colmare le crepe dei muri e a ravvivare il grigio della città moderne utilizzando colori che tutti associano ai giochi dell’infanzia. In questo modo il vecchio e il nuovo si compenetrano. Crepe e distacchi di intonaco sono riempiti di colore. Poesia allo stato puro. Ma Dispatckwork è un gioco a più giocatori e tutti i cittadini, armati di lego, possono ridar vita a colonne e gradini sbeccati, per poi inviare la foto, indicando la località in cui è stata scattata, utilizzando il sito internet del progetto di rigenerazione urbana. Insomma le idee non mancano bastano la volontà e il coraggio per realizzarle. Il centro storico sta morendo. Una ventata d’aria nuova non può che giovargli. 

Jessica Bianchi 

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