Ciclovia Carpi – Guastalla: più pragmatismo e meno poesia

Il Comune di Carpi e quelli reggiani (Rio Saliceto, Campagnola, Novellara, Bagnolo in Piano e Guastalla) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per realizzare la Ciclovia Carpi - Guastalla. Sgombriamo il campo da ogni dubbio: tutti i progetti che nascono per favorire il cosiddetto trasporto morbido, ovvero quello ciclabile, meritano un plauso ma, e il dubbio è più che lecito, il sospetto che tale ciclovia non fosse propriamente una priorità, resta. Forte e chiaro. Ben lungi dall’essere una realtà, tale progetto è più che altro un sogno dai contorni ancora sfumati. Di concreto, infatti, non vi è nulla, eccezion fatta per una convergenza d’intenti tra i vari enti locali, tutt’altro che trascurabile.

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Il Comune di Carpi e quelli reggiani (Rio Saliceto, Campagnola, Novellara, Bagnolo in Piano e Guastalla) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per realizzare la Ciclovia Carpi – Guastalla. Sgombriamo il campo da ogni dubbio: tutti i progetti che nascono per favorire il cosiddetto trasporto morbido, ovvero quello ciclabile, meritano un plauso ma, e il dubbio è più che lecito, il sospetto che tale ciclovia non fosse propriamente una priorità, resta. Forte e chiaro. Ben lungi dall’essere una realtà, tale progetto è più che altro un sogno dai contorni ancora assai sfumati. Di concreto, infatti, non vi è nulla, eccezion fatta per una convergenza d’intenti tra i vari enti locali, tutt’altro che trascurabile.

“Il protocollo – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Truzzi – sancisce la volontà di creare un tavolo operativo attorno al quale siederanno i vari comuni per definire progetto, tempistiche e fonti di finanziamento, soprattutto dall’Europa”.

Peccato che, senza progetto e senza la certezza di ottenere i finanziamenti europei, l’intera operazione – da qualche milione di euro – è un po’ come fare i conti senza l’oste.

“I tempi saranno lunghi – rilancia Truzzi – ma senza l’Europa avremmo le mani legate; almeno in questo modo abbiamo la certezza del risultato”. La ciclovia – parliamo per ipotesi ovviamente – dovrebbe fungere da collegamento tra i due itinerari che insistono anche nel nostro territorio Eurovelo 7 (conosciuta da tutti i cicloturisti come la strada del sole, è lunga 7.409 chilometri e unisce Capo Nord in Norvegia a Malta, attraversando da nord a sud l’Europa Centrale) ed Eurovelo 8 (ribattezzata la strada del Mediterraneo è lunga 6mila chilometri e attraverso l’Europa da Cadice a Atene, lungo la costa del Mediterraneo): “creare un bypass tra le due traiettorie – aggiunge il sindaco Alberto Bellelli – rappresenta un’occasione importante per giocare un ruolo da protagonisti sul fronte del turismo cicloturistico e, allo stesso tempo, intersecare le linee di collegamento tra i nostri comuni”. Sulla carta, infatti, l’obiettivo, oltre a intercettare un turismo in ascesa, sarebbe quello di “ricucire i frammenti di ciclabili esistenti e mettere in sicurezza attraversamenti critici”, assicura Truzzi. Di ipotesi di tracciato però nemmeno l’ombra e quindi numerosi nervi oggi scoperti e che esigono interventi puntuali e urgenti, restano privi di risposte. Qualche esempio? In un fantomatico collegamento tra Carpi e Rio Saliceto, ad esempio, si è pensato a come mettere in sicurezza i numerosi pendolari che si recano – oggi mettendo a rischio la propria incolumità – verso due poli importanti come Opas (macello) e la Goldoni in bicicletta? Come verrà superata l’autostrada? Con un sovrappasso o un sottopasso ciclopedonale? E’ stato avviato un confronto con Autobrennero?

“Sono tutti elementi e criticità su cui stiamo ragionando – assicura Bellelli – e di cui siamo consapevoli occorra trovare una soluzione”.

La ciclovia – che, lo ricordiamo, onde evitare di generare confusione, non è un percorso a uso esclusivo dei ciclisti, bensì una strada a basso traffico, a percorrenza mista, che può essere utilizzata dalle due ruote in sicurezza – dovrebbe essere lunga una quarantina di chilometri e, specifica l’assessore alla Mobilità del Comune di Novellara, Alberto Razzini, “potrà sdoppiarsi in alcuni punti e intersecarsi con tratti di ciclabile già esistente per favorire un turismo lento, magari attraverso le varie oasi faunistiche e naturali che contraddistinguono il nostro territorio da un lato e quello dei pendolari dall’altro”.

Un doppio binario che ci piace, certo, ma che ha ancora troppi nodi da sciogliere. Prima di gioire dunque sarebbe il caso di avere un progetto in mano e un finanziamento in tasca. Nel frattempo ricordiamo ai nostri amministratori la mancanza di un attraversamento ciclopedonale (a parte il sottopasso del Borgogioioso) su via dell’Industria, la totale assenza di una rete ciclabile nella zona industriale e lo scollamento tra i nuovi quartieri sorti a ridosso di via Morbidina e la Tangenziale Losi, barriera perlopiù invalicabile per pedoni e ciclisti (basti pensare all’incrocio con via Cattani giusto per fare un esempio). Ecco un piccolo assaggio di priorità. Risolte quelle, ci sarà tempo per i “sogni”. L’imperativo, però, è cominciare, perché con l’immobilismo e la prudenza non si va da nessuna parte. Si affonda soltanto. Ben vengano la ciclovia Carpi – Guastalla, le ciclabili sugli argini e i concorsi internazionali ma i cittadini chiedono di muoversi in sicurezza lungo i tracciati urbani, di poter raggiungere le frazioni in sicurezza, di snellire il traffico del polo scolastico di viale Peruzzi… Insomma: più pragmatismo e meno poesia.

Jessica Bianchi