Il degrado della vecchia piscina è inaccettabile

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Convivono l’una a fianco dell’altra, ma la vecchia piscina comunale, malgrado le promesse fatte, è sempre lì. Uno schiaffo al decoro urbano. Correva l’anno 2014 quando iniziò a circolare la voce che in città, sulle ceneri del vecchio impianto natatorio, sarebbe sorto un palasport multifunzionale. Uno sfocato ricordo. Oggi, infatti, la piscina è completamente abbandonata a se stessa. Un ecomostro spiaggiato di cemento armato. L’ombreggiante apposto alla rete per tutelare la privacy dei bagnanti è parzialmente caduto, la recinzione è bucata in più punti e il degrado è sotto gli occhi di tutti. Inaccettabile. Persino la porta del vecchio ingresso non è più sbarrata: aperta e alla mercè di tutti è un chiaro invito a entrare per bivaccare. Intorno alla struttura la vegetazione è più rigogliosa che mai e qua e là sbucano ferraglia, ruggine, rifiuti… insomma il luogo ideale per i topi. Tutto casca tristemente a pezzi nel disinteresse generale. La struttura doveva essere abbattuta già da un paio d’anni: cosa è cambiato? Ma andiamo con ordine e rinverdiamo la memoria.
Lo scorso anno, nel luglio 2018, in un’intervista rilasciata al nostro settimanale, l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Simone Tosi, aveva dichiarato che il costo medio per abbattere la piscina si aggira intorno ai  “300mila euro” e che lo smantellamento sarebbe stato “un onere in carico a chi avrebbe preso in mano il vecchio impianto natatorio per realizzarvi un nuovo progetto”.  Dopo la fumata nera sull’ipotesi Palazzetto, sul piatto, dallo scorso anno, non vi era che la manifestazione di interesse “ancora informale”, l’aveva definita l’assessore, avanzata da Aquanova Carpi s.r.l. (di cui fanno parte Cmb e Coopernuoto) per “ricavare in quell’area una piscina ludico – ricreativa scoperta da inaugurare già nell’estate 2019. Se l’operazione andrà a buon fine, come ci auguriamo, (ndr – l’ottimismo non è bastato) il volume della vecchia vasca coperta potrebbe essere recuperato per offrire alla cittadinanza una terza vasca all’aperto, mentre il resto verrebbe demolito”.
Un anno si sa passa in fretta e le cose non hanno fatto altro che peggiorare. L’incuria avanza e nessuno se ne cura.  Nuovamente interrogati, i tecnici comunali, si limitano a scuotere la testa e a ripetere il medesimo ritornello. “Dopo la manifestazione informale di interesse al recupero della vecchia piscina, sono continuati gli approfondimenti  con il gestore per valutare la possibilità di un riutilizzo del vecchio impianto. Prima di prendere decisioni definitive quindi è opportuno attendere l’esito di questa valutazione”.
Gianluca Gualdi presidente di Coopernuoto però nega: “quella era la nostra ipotesi iniziale ma, quando la esponemmo all’Amministrazione, ci venne detto che quell’area sarebbe stata adibita alla costruzione di un Palazzetto dello sport. A quel punto ci fermammo. Al momento non vi è alcun dialogo con il Comune di Carpi. Certo saremmo felici se la questione si sbloccasse poiché convivere al fianco di una struttura fatiscente non ci piace affatto e più volte abbiamo denunciato all’Amministrazione i ladrocinii, le visite e i vandalismi consumatisi all’interno del vecchio impianto. E’ dal 2015 che ci sentiamo dire che verrà abbattuta, non siamo certo noi a dovercene far carico e qualora avessimo dei progetti in cantiere li svilupperemo, come peraltro stiamo già facendo, nell’area di nostra concessione”. Gualdi comunque si dimostra possibilista: “noi siamo disposti a metterci nuovamente a sedere attorno a un tavolo e a discutere di eventuali altre soluzioni”.
Mentre si continua a giocare a rimpiattino, l’impianto sprofonda nella vergogna. Dismesso però non deve per forza far rima con degradato. Una piccola manutenzione da parte del Comune certo non manderà l’ente in bancarotta: potare gli alberi, sprangare le porte, sostituire la recinzione è il minimo onde evitare ulteriori vandalismi e salvaguardare la salute pubblica anche in considerazione della vicinanza del parco acquatico estivo attiguo. E se il rimpallo proseguirà ancora per molto perché non indire un concorso per ridipingere questo ecomostro coi colori della street art?
Jessica Bianchi