Elezioni e lezioni

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Quest’anno per la prima volta si andrà al ballottaggio e per la prima volta i seggi nelle scuole verranno riallestiti dopo essere stati dismessi per permettere la conclusione d’anno.

Aule e sezioni

A differenza delle passate occasioni, per la prima volta tornando a scuola si sono trovate ancora qua e là le tracce del lavoro elettorale: cartelloni e segnaletica di indicazione alle pareti, o fogli informativi per divieti e avvertenze; niente che destasse poco più di qualche curiosità tra gli alunni, forse abituati ad accompagnare i genitori al voto o alla presa di servizio nei seggi (ottime abitudini di educazione civica famigliare).
Le elezioni sono una delle rare occasioni in cui gli adulti che non lavorano nella scuola hanno l’opportunità di visitare gli ambienti di vita dei bambini, rivivendo in parte i propri ricordi di alunni e potendo intuire direzione e qualità dei cambiamenti o delle costanti nel tempo trascorso. Magari già entrando nel cortile qualcuno avrà notato uno striscione ambientalista ancora esposto dal giorno dello sciopero globale per il clima in edizione cittadina. Oppure lo scrutatore non più giovane si sarà stupito nel vedere una lavagna interattiva multimediale digitale affiancata alla polverosa antenata pietrosa. Da queste esperienze hanno origine quegli episodi di cui ogni tanto la cronaca racconta riportando i messaggi affettuosi lasciati dai militari in servizio di vigilanza presso le scuole.

Voti e votazioni

Le affinità semantiche tra i due ambiti civili che entrano in contatto alle elezioni sono tante e curiose: nel luogo in cui – secondo gli appelli più o meno farisaici o interessati che ritornano ciclicamente – non è ammesso far politica ci si ritrova per valutare in numeri, con i voti, proprio la Politica: quella stessa entità che poi deciderà qualità, efficienza e bellezza di aule, arredi e strumentazione. Un corto circuito che conferma l’imprescindibile responsabilità degli adulti nei confronti dei bambini, e che ci spinge ad augurarci sempre più anche la reciproca possibilità d’ingerenza e scoperta da parte dei bambini, magari grazie alle ottime occasioni come quella del Consiglio dei Ragazzi cittadino, o perchè no promuovendo almeno un giorno all’anno la visita dei figli agli ambienti di lavoro dei grandi.
Aldo Arbore

 

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