Lo storico delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso a Carpi

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"La vocazione spiccatamente internazionalistica della 'ndrangheta affonda le radici nel passaggio tra i due secoli, negli anni della "grande emigrazione". In metropoli come New York, Chicago e Buffalo, la criminalità calabrese cambia radicalmente, infatti, il proprio habitus mentale: si sprovincializza, allarga i propri orizzonti e comincia a pensare alla grande" – Dalla prefazione di Nicola Gratteri

Arcaica e stracciona, dedita alla sopraffazione e al sopruso, la Picciotteria calabrese di fine Ottocento sembrava destinata a rimanere ancorata ai miti, ai riti e ai codici di comportamento nati nelle carceri borboniche sul calco di quelli delle società segrete risorgimentali. E invece, proprio allora, inizia una rivoluzione silenziosa che trasformerà il suo volto rurale in quello imprenditoriale della ‘ndrangheta odierna, spregiudicata e spietata multinazionale del crimine, capace di adeguarsi alle mutevoli sfide del mercato globale.

A innescare questa metamorfosi a cavallo dei due secoli è la «scoperta» dell’America. Sbarcati nel Nuovo Mondo insieme a decine di migliaia di onesti braccianti, i «maffiosi» calabresi, a differenza dei meno accorti confratelli siciliani e campani, scelgono il basso profilo per ricostituire la loro rete malavitosa, fatta di capi, gregari e leggende (su tutte, quella del «brigante» Musolino), che lucra lauti profitti sulla pelle dei lavoratori italiani (come i minatori di Carbondale, in Pennsylvania) e di centinaia di giovani immigrate indotte a prostituirsi nei resort di Manhattan e di Chicago, prima di reggere le fila del commercio clandestino di alcolici e del narcotraffico.

Nasce così la ‘ndrangheta imprenditrice d’oltreoceano, che stringe mani, stipula accordi e riesce a infiltrarsi nel sancta sanctorum delle élite sociali, a partire da Tammany Hall, potente macchina elettorale del Partito democratico nonché padrona incontrastata di New York, con la quale instaura un rapporto di mutua assistenza: voti in cambio di protezione e favori. Fino a proiettare pesantemente la sua ombra sulla scena del delitto Petrosino.

Una volta tornati in Calabria, saranno gli «americani» a imporre all’organizzazione la nuova strategia criminale (controllo del territorio e collusione con politica e istituzioni), avviando quel processo che, in pochi decenni, farà della ‘ndrangheta una delle mafie più potenti e pervasive al mondo.

Dopo un lungo lavoro di ricerca condotto su una vastissima mole di documenti, in gran parte inediti, Antonio Nicaso, Maria Barillà e Vittorio Amaddeo ricostruiscono per la prima volta la storia di questa mutazione criminale della ‘ndrangheta in terra americana, in pagine che alternano efficacemente la cadenza e il colore dei più avvincenti romanzi d’appendice al registro iperrealistico, talvolta raccapricciante, dei dispositivi di sentenza e delle carte processuali.

Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, è uno dei massimi esperti di 'ndrangheta nel mondo. Insegna, fra l'altro, storia sociale della criminalità organizzata alla Queen's University di Toronto in Canada. Insieme a Nicola Gratteri ha pubblicato, da Mondadori, numerosi bestseller che hanno fatto consocere la criminalità organizzata calabrese in tutto il mondo. Dal suo besteller "Bad Boy" è stata tratta una serie televisiva di grande successo in onda su Netflix.

 

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