Asilo di Budrione: la nostra è una grande famiglia

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“La nostra forza? L’appoggio e l’interazione costante con la comunità. Il nostro è un asilo di campagna e questo lo rende davvero speciale”, sorride l’insegnante della Scuola per l’infanzia Aida e Umberto Bassi di Budrione, Alessandra Marchi. La scuola, infatti, che quest’anno compie dieci anni di vita, è una chicca tutta da scoprire. “Nel 2008 i parrocchiani, insieme a don Zuarri, hanno deciso di ridare vita a questo spazio facendosi carico di un mutuo decennale, oggi estinto, anche grazie all’apporto fondamentale della Curia e della Fondazione Cassa di Risparmio. Poi, cinque anni fa, per sostenere l’asilo, è nata anche l’Associazione Santi Paolo e Giulia. Qui la comunità crede fortemente nel valore dell’educazione e nell’importanza di offrire alle famiglie della frazione – ma non solo – una scuola per i loro piccoli. La nostra è una realtà viva, vivace, che si è consolidata nel corso degli anni ed è una gioia enorme, per tutti noi, veder giocare ogni giorno i nostri bimbi in questo spazio verde e sicuro”, aggiunge Monica Lugli, parrocchiana nonché ausiliaria dell’Aida e Umberto Bassi. In dieci anni, tra queste mura colorate e a misura di bimbo, sono passati 280 piccoli, “partimmo con 5, quanta strada abbiamo fatto…” ride Monica. “La nostra – prosegue Alessandra – è una grande famiglia che condivide i medesimi valori e che, giorno dopo giorno, fa di tutto affinché questo sia un luogo di crescita, di educazione e di spensieratezza”. I 70 bambini, curati con entusiasmo e professionalità da otto insegnanti – Alessandra Marchi, Simona Bringhenti, Elena Roncadi, Cinzia Ruggeri, Elena Baraldi, Loredana Flammia, Elisa Gabbi e Stefania Malavasi, coadiuvate dalle tre ausiliarie, “degli angeli”, le chiamano le insegnanti, Monica Lugli, Martina Milianta e Nadia Finali – hanno un privilegio che pochi loro coetanei hanno, ovvero quello di vivere quotidianamente la bellezza della natura. “Le attività all’aria aperta per noi sono fondamentali e qui i piccoli hanno la possibilità di vivere non solo il giardino e di coltivare un orto, bensì di godere della campagna in cui siamo immersi. Usciamo continuamente e, grazie alla disponibilità dei contadini, i bambini possono toccare con mano colture e animali. I nostri bimbi saltano i fossi, come un tempo. Vendemmiano e, con l’aiuto della nostra impareggiabile cuoca interna, Roberta Giovannelli, fanno i sughi d’uva. Insomma mettono le mani in pasta e vivono esperienze che a casa, tra le mura domestiche, non potrebbero mai fare. Il nostro – prosegue Alessandra – è un asilo di campagna ma proiettato al futuro e attento alla pedagogia moderna. Una scuola che può contare in ogni momento sull’appoggio prezioso delle famiglie: mamme e papà volenterosi che, insieme a noi, contribuiscono a rendere questo luogo sempre accogliente”. Ma l’Aida e Umberto Bassi ha anche un’altra grande forza: “le nostre sezioni, dai 3 ai 6 anni, sono miste, aperte e interconnesse. Questo consente ai bambini di conoscersi fra loro e di imparare a prendersi cura l’uno dell’altra. I più grandi si fanno carico dei più piccoli e l’accudito diventerà a sua volta l’accudente: questo costituisce un elemento educativo molto forte. Una sorta di palestra continua all’accoglienza che li aiuta a sviluppare competenze fondamentali”, raccontano le insegnanti.

Approccio che potrà essere sperimentato anche nel corso del Centro Estivo, dal 1° luglio al 2 agosto, da tutti i bambini dai 3 ai 6 anni anche non frequentanti la scuola.

Un’apertura verso l’esterno, quella che caratterizza questa scuola paritaria, che si concretizza anche in numerose collaborazioni. Venerdì 3 maggio, infatti, i ragazzi con disabilità del Laboratorio socio occupazionale Manolibera della Cooperativa Nazareno hanno consegnato alla scuola una cucina realizzata con le loro mani utilizzando legno di recupero e, ne siam certi, farà divertire generazioni di bambini. A inaugurare, in un’atmosfera festosa e famigliare, fornelli, pentole e piattini, sono stati i bimbi usciti dall’Aida e Umberto Bassi lo scorso anno. Accompagnati da mamme e papà, hanno riabbracciato emozionati le loro “tate” e, nonostante siano ormai “diventati grandi”, hanno ripreso immediato possesso di scivoli e altalene come se non se ne fossero mai allontanati. Perchè quello di Budrione non è solo un asilo ma un luogo speciale dove ci si sente a casa.

Jessica Bianchi

 
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