Il documentario Fossoli – Anticamera per l'inferno, sceneggiato e diretto da Massimo Vincenzi, sarà presentato venerdì 22 marzo, alle 18, a Carpi, presso l’Auditorium della Biblioteca Loria, con una proiezione a ingresso gratuito cui prenderà parte anche il regista stesso, insieme a Giordano Gibbon, dello studio di produzione Lighthistory, che ha curato il montaggio. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Fossoli, e nel corso della serata interverrà anche il suo presidente, Pierluigi Castagnetti, e il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli.
Il film racconta la storia del Campo di Fossoli, nei suoi 28 anni di attività, dal 1942 al 1970, con un focus specifico sul periodo che va dal dicembre del 1943 sino al novembre del 1944 e, in particolare, a partire dal 15 marzo 1944, quando il campo venne diviso in due parti: una gestita dalla Repubblica Sociale Italiana e l’altra sotto controllo diretto delle SS naziste.
Filo rosso, le singole storie di sette, tra internati politici ed ebrei, detenuti a Fossoli in quei mesi: Lodovico Belgiojoso, Odoardo Focherini, Leopoldo Gasparotto, Ada Michlstaedter Marchesini, Frida Misul, Gilberto Salmoni e Franco Schoenheit.
L'epilogo per tutti, a eccezione di Leopoldo Gasparotto, che viene ucciso a pochi metri dal campo, sarà quella della deportazione verso i lager. Lì alcuni moriranno subito, come Ada Michlstaedter Marchesini ad Auschwitz, o dopo pochi mesi, come Odoardo Focherini a Hersbruck. Alcuni riusciranno tuttavia a sopravvivere tra soprusi, violenze e sofferenze quotidiane: Frida Misul, ad Auschwitz e negli altri campi in cui venne deportata, si salverà grazie alla sua voce da soprano, malgrado i nazisti, colpendola in volto ripetute volte, le avessero spaccato tutti i denti. L'architetto Lodovico Belgiojoso riuscirà a sopravvivere ai lager di Gusen e Mauthausen grazie alla propria forza d'animo, così come Gilberto Salmoni, in compagnia del fratello Renato, e Franco Schoenheit, insieme a suo padre Carlo, sopravvivranno al lager di Buchenwald.
Il contributo fornito dai testimoni diretti – attraverso interviste, disegni, lettere e diari – permette agli spettatori di far luce sui tragici accadimenti all'interno del Campo, inserendoli nel più ampio contesto degli avvenimenti storici che hanno caratterizzato la storia d'Italia durante la Seconda guerra mondiale.
Una ricostruzione accurata e intensa sia degli accadimenti all'interno del Campo, sia dello stato d'animo che accompagnava gli internati nella successiva deportazione nei campi nazisti disseminati in tutta Europa. Gli arresti, la detenzione in carcere prima dell'internamento, gli interrogatori costituiscono il doloroso preliminare del trasferimento a Fossoli: per tutti, la macchina burocratica coercitiva nazifascista costituisce il passaggio obbligato tra un prima vissuto nel timore dell'arresto e un dopo animato dall'angoscia di un futuro ignoto. L' umanità eterogenea presente nel campo è unita nello stesso destino: l'attesa per la deportazione verso i lager.