Contagiati dalla febbre del frisbee

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L’Ultimate frisbee è sbarcato a Carpi grazie all’intraprendenza di un gruppo di ragazzi pronti a tutto pur di praticare questo sport aerobico nato negli Stati Uniti e diffuso a livello mondiale. “In Italia sono 29 le società e un centinaio le squadre affiliate alla FIFD, Federazione Italiana Flying Disc tra squadre maschili, femminili e miste con un aumento delle donne del 30% mentre gli uomini sono cresciuti del 10%” spiega coach Giancarlo Compiani, ex giocatore di Ultimate a Modena, Fidenza, Parma e Cremona: a Carpi si è trasferito per amore e, pur avendo appeso le scarpette al chiodo, si è reso disponibile ad affiancare questi giovani atleti affinché possa crescere anche nella nostra città questo sport “senza arbitro, senza palla e con alti contenuti di fair play”. La valenza educativa diventa evidente quando sono i ragazzi a spiegare l’Ultimate e come si gioca.

“Il campo è rettangolare, senza pali, né porte e con due aree di meta; si gioca sette contro sette e non è ammesso il contatto fisico. Chi ha il frisbee in mano (quello regolamentare ha un diametro di 27 cm e pesa 175 grammi) non può muoversi, ma può solo usare il piede di perno e deve lanciarlo ai compagni entro dieci secondi, da quando ha ricevuto il disco (è l’avversario che conta il tempo). Il punto si ottiene quando un giocatore della squadra che attacca riesce a ricevere il frisbee nell’area di meta avversaria. Non è permesso il contatto fisico per cui la squadra che difende cerca di costringere la squadra attaccante a un errore, facendogli perdere il possesso del disco, che non deve mai cadere a terra” spiegano i Metacarpi. Così si chiamano i giocatori dell’Ultimate a Carpi.

“Non essendoci l’arbitro, è la correttezza che conta e ognuno si assume le proprie responsabilità riconoscendo i propri errori o, al contrario, difendendo la correttezza delle proprie azioni. Ci vuole grinta ma ci si impegna a rispettare le regole del gioco con un’onestà inconsueta per molti altri sport” raccontano i ragazzi.

Nei tornei ha grande rilevanza lo Spirito del Gioco che viene assegnato alla squadra più corretta e cha ha meglio interpretato questo sport in base alle valutazioni espresse da tutte le squadre che partecipano. Quindi per giocare a Ultimate è assolutamente necessario rispettare le regole e avere un alto livello di sportività, per esempio “non si può strappare il disco dalle mani dell’avversario o impedirgli fallosamente il lancio, la distanza minima di marcatura è un disco” precisa Giancarlo.

Si tratta di un’attività sportiva che rende possibile allacciare e coltivare nuove amicizie perché “spesso ci si contatta per partecipare ai tornei unendo le forze quando le singole squadre non raggiungono un numero sufficiente di giocatori” rivela Giovanni, il primo contagiato dalla passione per l’Ultimate. A lui si sono uniti Riccardo Forghieri, Mattia Pellacani, Stefano Iorio, Daniele Panizza, Mattia Forghieri, Alessio Panizza, Simone Di Minico e Solam Kaul.

Ogni lunedì, dal marzo scorso quando hanno dato vita alla squadra Under 17, si trovano per l’allenamento presso il campo della Parrocchia di Cibeno o presso l’Oratorio Eden e dopo il riscaldamento rifiniscono la loro tecnica di lancio. “Ci sono tantissimi tipi di lancio, la difficoltà è proprio quella di imparare bene a lanciare”. Per ora i Metacarpi sono affiliati alla società di Ultimate frisbee di Reggio Emilia che si è resa disponibile a effettuare a Carpi un allenamento al mese, ma l’obiettivo è crescere in città diffondendo il più possibile questo sport.

Intanto Giovanni e Mattia sono impegnati a superare le selezioni per far parte della Nazionale Under 17 sempre nello Spirito del Gioco che significa giocare con agonismo ma sempre in modo corretto e senza stress, magari facendo anche nuove e significative amicizie.

Sara Gelli

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