Non sono mancate critiche contro l’introduzione obbligatoria nel 2019 della fattura elettronica. Introdotta per adeguarsi alle normative comunitarie che ne prevedono un utilizzo di massa per tutta l’Unione Europea entro il 2020, per contrastare le false fatturazioni e l’evasione, e per evitare un ulteriore inasprimento dell’Iva, la cosiddetta e-fattura è finita nel mirino a causa dei costi di gestione che provocherebbe. Si dà per scontato che tutti abbiano un computer e lo sappiano usare, che tutti abbiano una connessione Internet efficiente ma non è così: c’è chi è già tecnologicamente preparato e chi parte da zero e si deve far carico di ulteriori costi per l’accesso a una piattaforma o legati al commercialista o, banalmente, al computer da acquistare. In Italia c’è sempre una certa resistenza al cambiamento ma quando il sistema sarà a regime se ne percepiranno solo i vantaggi se non saranno mutuate in bit le farraginose abitudini della macchina burocratica.
Diverse le segnalazioni di cartelli e biglietti che annunciano un costo aggiuntivo per la fattura elettronica la cui emissione è un obbligo di legge ma, per Fabio Galli, del Codacons, “non si tratta di una richiesta legittima anche se dobbiamo confermare che su tutto il territorio nazionale si stanno verificando casi di richieste di pagamento a parte della fattura elettronica: diventa una tassa occulta. Se una persona dovesse incappare in una situazione simile può chiamare la Polizia Municipale perché la fattura, elettronica o cartacea, deve essere garantita al cliente e il problema non può essere imputato al consumatore. Questi di fronte a tale prepotenza può scegliere di andarsene e non acquistare per dare il via a un’inversione di tendenza. Altrimenti un po’ per pigrizia o perché uno non ha voglia, si finisce per cedere sempre”.
“Il vero problema per le imprese – spiega Luca Puccini, vice direttore Lapam Modena – è abituarsi a questo nuovo modo di fare le fatture: quelle più strutturate che già emettevano fatture con software e applicativi in realtà sentiranno poco questo cambiamento, le altre devono attrezzarsi e sostenere costi per l’acquisto di software o per l’accesso alle piattaforme sulle quali gestire le fatture ma saranno alleggerite per il fatto di non dover più pagare altri adempimenti che prima erano obbligatori come lo spesometro per cui non ci dovrebbe essere una differenza sostanziale nelle casse delle imprese, salvo casi eccezionali.
Quella di chiedere un costo aggiuntivo per la fattura elettronica è una provocazione che rischia però di diventare un boomerang per l’imprenditore perché le sue scelte commerciali non so se siano le migliori perché poi ovviamente la concorrenza potrebbe muoversi in un’altra direzione
Lapam ha creato la piattaforma Digital Lapam, molto agevole e semplice, attraverso la quale le imprese possono gestire tutto il processo di fatturazione. Sono convinto – conclude Puccini – che quando gli imprenditori prenderanno confidenza con gli strumenti si convinceranno del fatto che la fatturazione elettronica è meno gravosa di quel che si possa pensare oggi”.