Hanno sondato gli umori dei commercianti e i risultati ottenuti non stupiscono certo per originalità. Gli esercenti del centro storico carpigiano, “interrogati” dagli esponenti di Forza Italia hanno ribadito sostanzialmente all’unisono la loro frustrazione. Tutti, dal Duomo alla Piazzetta, lamentano una sofferenza crescente e chiedono più sicurezza ed eventi e un maggior ascolto da parte dell’Amministrazione. “Abbiamo sottoposto ai commercianti, suddivisi per aree, 220 questionari contenenti 10 quesiti – spiega il capogruppo di Forza Italia, Massimo Barbi – per cercare di capire quali sono le loro necessità e come tali bisogni si diversifichino a seconda della zona in cui sorgono le loro attività”. Dalla fotografia tracciata dal sondaggio, i più sofferenti risultano essere gli esercizi di “via Berengario, seguiti da quelli di Corso Fanti”, prosegue Barbi. Quelli del gemello, ovvero Corso Cabassi, invece, pare non si siano voluti esprimere, aggiunge il giovane forzista Enrico Pavesi: “lì abbiamo registrato molto astensionismo, i negozianti non volevano rispondere a molte delle nostre domande”. Il livello medio di soddisfazione dei commercianti interpellati è 4: si passa dal 3 espresso dai commercianti di Piazza Martiri e Corso Pio al 5 di quelli di Corso Cabassi, un mistero, considerate le condizioni in cui versa… “Nonostante l’impegno dell’assessore Morelli e le cospicue risorse spese a favore del centro, per non parlare di quelle messe a disposizione per gli eventi, i negozianti non sono affatto soddisfatti”, conclude il capogruppo. Il tema della sicurezza continua a scaldare gli animi e a destare forti preoccupazioni: “malgrado le telecamere degne del Grande Fratello – ironizza Giorgio Cavazzoli – la sicurezza non esiste. La paura serpeggia, il 70% degli intervistati non si sente tutelato, né protetto. E’ tempo che la Polizia Municipale si faccia vedere in centro. Che cammini per le vie e le piazze anziché stare dietro alle scrivanie o a fare multe per divieto di sosta”. Unanime contrarietà è stata espressa anche relativamente all’apertura di nuovi poli commerciali: “l’80% degli intervistati si è detto contrario dal momento che tali piattaforme – spiega Francesco Carretti – rischiano di svuotare ulteriormente un centro già compromesso”. Centro storico che, per il 68% degli esercenti, potrebbe trarre giovamento, prosegue Carretti, “da una maggiore pubblicizzazione e valorizzazione del suo patrimonio e da un potenziamento del numero di eventi”. Manifestazioni che non contemplano “le notti bianche. Oltre il 70% dei nostri interlocutori ha bocciato l’ipotesi di un eventuale rafforzamento di queste kermesse poiché non portano loro alcun vantaggio”, chiarisce Mathieu Zannoni. Sul fronte mercato cittadino, invece, i commercianti si spaccano, per il 57% gli ambulanti devono restare in Piazza mentre per il 37% dovrebbero trovare un’altra collocazione (favorevoli a tale spostamento sono perlopiù i negozianti di Corso Cabassi, i quali, per l’88% vorrebbero avere i banchi del giovedì e del sabato proprio lungo la loro strada). Gli esercenti hanno poi lanciato delle proposte, alcune alquanto fantasiose: “da una maggiore pulizia dei portici a un’illuminazione più efficace, dall’introduzione di un mercato dei fiori, uno del pesce e uno di frutta e verdura a uno prestigioso come quello di Forte dei Marmi”, elenca il forzista Michele De Rosa. Insomma, idee poche, confuse e certamente poco lungimiranti. Una cosa è certa: il centro si desertifica e, per molti commercianti, la colpa è di un’amministrazione miope, poco attenta e scarsamente propensa all’ascolto. Certo una maggior consapevolezza delle proprie responsabilità non guasterebbe, da ambo le parti. Le colpe, si sa, vanno ripartite e nella partita del commercio in centro, i negozianti giocano un ruolo fondamentale da cui non possono sottrarsi se vorranno sopravvivere. Nell’era di Internet e di Amazon il futuro dei dettaglianti è in bilico. Mutare pelle è un imperativo: orari flessibili, offerta merceologica di nicchia, consegne a domicilio, un servizio ineccepibile ed ecommerce rappresentano l’Abc. Chi non si adatta è destinato a scomparire. “A scuola ho imparato il motto: No parking, no business”, commenta Enrico Pavesi. Quando si dice, il nuovo che avanza…
Jessica Bianchi