Influenza, occhio alle complicanze

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“Molti considerano l’influenza una malattia da poco, che passa stando a letto qualche giorno, e per fortuna spesso è così per le persone giovani e sane, ma in realtà per le persone anziane al di sopra dei 65 anni, per le donne in gravidanza, per le persone che hanno patologie croniche (a livello cardiovascolare, diabete, malattie respiratorie) e quindi hanno un fisico impegnato a contrastare o a combattere un’altra malattia, l’influenza può rappresentare un grave pericolo”. A parlare è Emanuela Bedeschi, responsabile del Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia ribadendo l’importanza della vaccinazione antinfluenzale al via a novembre.
“È una vaccinazione importante soprattutto per tutte quelle persone che, o per la loro età o per la presenza di malattie croniche, possono avere una condizione di debolezza nei confronti delle possibili complicanze di questa malattia virale”.
Nonostante i numerosi richiami a vaccinarsi, “ogni anno – continua la dottoressa Bedeschi – abbiamo delle complicazioni importanti che portano a ricoveri anche prolungati e ogni anno abbiamo purtroppo anche dei decessi nella nostra regione. Nella scorsa stagione 2017/2018 si è verificato un alto numero di casi gravi e anche i decessi sono stati superiori rispetto al passato. Purtroppo molto spesso si tratta di persone che non hanno fatto la vaccinazione e rientrano invece in quelle categorie per cui il vaccino è molto indicato”.
Il vaccino antinfluenzale è consigliato anche alle persone che assistono i malati cronici o immunodepressi, cioè ai sanitari e alle persone che fanno assistenza e stanno a contatto con le persone fragili: “a tutte queste categorie la vaccinazione è proposta gratuitamente e speriamo che aumenti la risposta” afferma la dottoressa Bedeschi.
“Negli ultimi anni, anche a seguito di eventi in cui ci sono state criticità soprattutto mediatiche nei confronti delle vaccinazioni, abbiamo assistito a un rallentamento della richiesta della vaccinazione antinfluenzale. Nel recente passato i numeri sono stabili con una copertura attorno al 53% in Emilia Romagna (a Modena 54%) ma l’obiettivo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la nostra regione e la nostra Azienda si pongono è quello di arrivare a una copertura del 75%. Quindi capite bene che c’è ancora molta strada e parecchio lavoro di informazione da fare”.
Sara Gelli

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