Teresa Levrini, classe 1991, cresciuta a Carpi e volata in Germania a passo di danza, ha debuttato lo scorso 20 ottobre, come solista, con la Compagnia di danza dei Teatri di Krefeld e Mönchengladbach. nella premiere dello spettacolo Souvenirs aus West und Ost – Souvenir dall’Ovest e dall’Est, uno dei balletti autobiografici più rilevanti del famoso coreografo e direttore artistico americano Robert North.
L’opera è suddivisa in tre parti che corrispondono a tre tappe importanti della sua vita. La prima scena si apre fra i grattacieli di New York, successivamente Robert ci porta nella Cuba del periodo precedente a Fidel Castro e, dopo l’intervallo, il sipario si apre con Teresa al centro della scena nei panni dell’anima della Russia.
“Con un assolo ho dato inizio al secondo atto presentando tutti i diversi personaggi della Russia al tempo di Stalin e Schostakowitsch. Dopo aver incontrato i rivoluzionari che tentano di sconvolgere la Russia e di abbattere l’aristocrazia, incontro Stalin e la Morte con cui ho un Passo a tre, in cui Stalin “violenta” la Russia ma viene annientato successivamente dalla Morte. Questo credo sia stato uno dei momenti più intensi per me a livello interpretativo. Grazie all’aiuto di Robert North e all’assistente e moglie Sheri Cook, ho potuto capire e immedesimarmi in questo momento dello spettacolo e nel mio ruolo”.
Come è stato ritrovarti da sola sul palco?
“E’ stato magico, quasi catartico per me, che all’inizio avevo un po’ di timori. Ma altrettanto emozionante è stato il Passo a due perché ho danzato insieme al mio fidanzato Marco Antonio Carlucci, che ha interpretato Schostakowitsch. Dopo che Stalin viene ucciso, con un assolo inizio a cercare Schostakowitsch che incontro poi in un Passo a due, detto della Speranza, in cui Schostakowitsch trova in me la sua musa, la sua ispirazione. Io e Marco Antonio abbiamo costruito i nostri personaggi insieme a Robert e Sheri ed è stato per entrambi un’esperienza molto positiva e, per me in particolare, uno studio per migliorare la tecnica del Passo a due. Ogni gradino nella costruzione di questo spettacolo, e il mio esordio come solista in un ruolo principale sono stati una sfida e una grande opportunità di crescita sia per la tecnica che per la mia personalità. Prima di iniziare le prove con orchestra, luci, costumi, sentivo che c’era ancora qualcosa che mi tirava indietro e mi sentivo insicura nel rimanere da sola sul palcoscenico ma, grazie al sostegno del direttore, dei colleghi e di Marco Antonio ho iniziato a lasciare fluire dentro di me i bellissimi passi della coreografia e mi sono lasciata portare dalla musica suonata dalla nostra orchestra”.
Dopo il debutto, il balletto è andato in scena anche sabato 27 e nei prossimi mesi seguiranno altre dieci repliche.
“Certamente la premiere è stata solo un punto di partenza per crescere ulteriormente come solista, senza mai dimenticare l’importanza del lavoro di squadra”.
Chiara Sorrentino