Ha solo 23 anni Maria Grazia. E gli occhi brillanti. Quelli di chi ha realizzato un sogno. Il più grande di tutti. Il più desiderato. A Soliera è arrivata in un giorno di nebbia, nel novembre del 2017. Alle spalle si è lasciata la sua città, Brindisi, e una famiglia che ama, ma nulla poteva farla desistere. “Diventare carabiniere è un sogno che coltivo sin da piccola. Una delle persone più importanti della mia vita era un Militare e, quando l’ho perduto, ho deciso che avrei fatto di tutto pur di poterne ricalcare le orme. Per seguire la sua stessa strada e ora, finalmente, ce l’ho fatta”. Nel 2016 Maria Grazia Cinieri ha superato il concorso: “è stata dura, ma quanta soddisfazione e quanta ansia”, sorride. Per lei, carabiniere più giovane della Compagnia di Carpi, “l’Arma è una grande famiglia allargata. I sacrifici con cui ci misuriamo quotidianamente sono gli stessi che devono affrontare anche coloro che ci stanno accanto. Lasciare la propria casa è difficile, le mie due sorelline mi mancano infinitamente ma, qui, in Compagnia, ho trovato una seconda famiglia”. L’accoglienza a Soliera è stata “estremamente positiva. I colleghi mi hanno accolta con calore, facendomi sentire sin da subito una di loro. Mi piace la mia seconda casa”. Maria Grazia è la terza donna a fare il suo ingresso in Compagnia, accanto a Loriana Vicentelli e Antonella Romano: “entrambe – racconta – sono state fondamentali per me. Mi hanno rassicurata e hanno reso i miei primi momenti qui ancor più piacevoli”. Essere donna in un ambiente prettamente maschile per Maria Grazia non costituisce un problema poiché, ammette, “la prima cosa che impari durante l’addestramento è che non esiste alcuna distinzione di genere all’interno dell’Arma. Un carabiniere è prima di tutto un militare. Donna o uomo non ha alcuna importanza” anche se, la sensibilità e l’attenzione ai dettagli che caratterizzano le donne, possono essere di grande aiuto: “donne maltrattate e minori con storie di violenza alle spalle si sentono più rassicurati e accolti dalla presenza di una donna. Più inclini a lasciarsi andare, a raccontare e a condividere”. Per Maria Grazia, a rendere speciale il suo compito, è soprattutto la possibilità di “essere d’aiuto. Ogni giorno i cittadini chiamano il 112 fiduciosi di ricevere l’appoggio e il sostegno di cui hanno bisogno: la loro stima ti allarga il cuore. Ogni volta che qualcuno ci ferma per strada per ringraziarci del nostro impegno quotidiano mi sento gratificata. Appagata. Basta quel semplice grazie per ripagare ogni sforzo”.
Da poco catapultata sul campo, per Maria Grazia ogni giorno di servizio rappresenta una sfida. Una nuova prova con cui misurarsi. “I miei colleghi sono preziosi. Fondamentali. Li osservo con attenzione per imparare dal loro esempio, per trarre insegnamenti utili dalla loro esperienza decennale”. Il primo intervento non si dimentica, prosegue Cinieri, “stavo per entrare in servizio quando la Centrale ha chiamato per dirci che a Soliera c’era un furto in atto. E’ stato il mio battesimo. La prima volta che ho sperimentato sulla pelle un mix di adrenalina e paura: sensazioni con cui impari a convivere, poiché la pratica non ha nulla a che vedere con la teoria”. Oggi carabiniere semplice, Maria Grazia ha voglia di crescere. “Ho ancora tanto da imparare – ammette con umiltà – ma mi impegnerò per poter un giorno diventare maresciallo”. Mai mettere un freno ai sogni, poiché, con impegno, passione e determinazione, possono divenire realtà.
Jessica Bianchi