Fare musica è un bisogno e una cura

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Per Davide Turci, cantautore classe 1975 di Soliera, comunicare in musica è un’esigenza. Infermiere di professione, musicista per passione da oltre vent’anni, Davide è convinto che la musica possa essere un valido alleato della medicina per la cura e il benessere delle persone, soprattutto di quelle con problematiche fisiche e mentali.
“La musica mi aiuta a stare meglio e questo accade a tantissime altre persone. E poi è stato provato il suo valore terapeutico per molte patologie. Per questo – racconta Davide – ho deciso di laurearmi in Musicoterapia e di iniziare a praticarla.  La prima esperienza di questo tipo l’ho fatta al Centro di Salute Mentale di Carpi dove, insieme al mio docente di Musicoterapia, il professor Paolo Iotti, ho potuto vedere coi miei occhi i benefici indotti dalla Musicoterapia su persone con criticità psicologiche e intellettive”.
Dopo aver studiato chitarra da autodidatta e aver militato in diverse formazioni musicali, tra cui Namastè, Fein, Quartopiano, Fattore Zeno e Tempura, negli ultimi anni Davide ha deciso di dedicarsi all’attività di cantautore, pubblicando nel 2017 il primo album intitolato Tu: 15 canzoni inedite che rappresentano un compendio del percorso compiuto sinora e delle influenze artistiche assimilate grazie ai diversi progetti musicali che l’hanno coinvolto.
Dalle band all’avventura da solista. Cosa ti ha portato a questo cambiamento?
“Lavorando come infermiere e soccorritore, ogni giorno entro a contatto con tante persone e con le loro storie. Alcune drammatiche e altre a lieto fine. A un certo punto della mia vita ho capito che non potevo più trattenere tutte queste esperienze forti ed emozioni dentro di me e ho sentito l’urgenza di lasciarle scorrere fuori. Lo strumento con cui ho deciso di farlo è la musica”.
Quest’anno hai ottenuto dei risultati importanti a due prestigiose manifestazioni canore. Come è andata?
“Mi sono iscritto a due kermesse: il Premio Pierangelo Bertoli, artista che ho sempre apprezzato per la sua capacità di raccontare senza filtri la realtà circostante, e il Premio Lunezia che ha fatto emergere negli anni grandi artisti. Lo scorso 21 luglio ho partecipato alla finale del Premio Lunezia, per cui siamo stati selezionati in nove. La serata si è svolta ad Aulla ed è stata densa di emozioni. Ho avuto il privilegio di confrontarmi con artisti del calibro di Manuel Agnelli, Fausto Leali e Raphael Gualazzi, ottenendo un buon consenso da parte di pubblico e giuria.  Il brano Con un filo di voce è piaciuto perché rappresenta un inno alla musica cantautorale e alla bellezza di poter scrivere e interpretare il proprio lavoro. Ero l’unico concorrente dell’Emilia Romagna e quindi è stato un onore per me rappresentare la nostra regione in una manifestazione così di spicco nel panorama musicale italiano. Anche per quanto riguarda il Premio Pierangelo Bertoli mi sono qualificato per la finale che si terrà a novembre presso il Teatro Storchi di Modena, dove avrò l’opportunità di suonare con gli storici musicisti di Bertoli”.
A quali progetti stai lavorando ora?
“Ho quasi ultimato la registrazione del secondo album al quale hanno contribuito artisti e professionisti locali di rilievo. Abbiamo in programma di presentarlo ufficialmente al pubblico in autunno e di portarlo in giro nei prossimi mesi su numerosi palchi italiani. Inoltre, sto allacciando collaborazioni con alcuni artisti conosciuti in occasione del Premio Lunezia e di altri eventi musicali. Nonostante abbia intrapreso la strada da solista, ritengo che siano sempre occasioni di crescita il confronto e le collaborazioni con altri musicisti. E poi desidero continuare ad approfondire lo studio della Musicoterapia come strumento terapeutico complementare, applicandolo anche in altri ambiti”.
E per il tuo futuro cosa ti auguri?
“Non ho mai avuto brame di ascesa professionale e di successo. Ho sempre fatto musica per il bisogno e il piacere di farlo e accolgo tutto ciò che di bello ne deriva, con entusiasmo e gratitudine. Ciò che mi auguro per il futuro è di continuare a mettere il cuore in ciò che faccio e a condividerlo con chi mi sta intorno”.
Chiara Sorrentino