Ripartire dall’ascolto, anche a Carpi

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Classe ’96, studente al terzo anno di Scienze giuridiche dell’impresa e della Pubblica amministrazione presso l’Università di Modena e già componente dell’organo esecutivo di Unione degli Universitari Unimore e consigliere del Dipartimento di Giurisprudenza, Matteo Cardinazzi è stato eletto, alla scadenza del mandato di Alessio Bellelli, nuovo segretario dei Giovani Democratici di Carpi.

Candidarsi a segretario dei GD di Carpi in un periodo complesso come questo è una bella responsabilità: da cosa è maturata la tua scelta?

“Dalla volontà di continuare il percorso svolto sino a questo momento dal segretario uscente. Inoltre, credo fermamente che la politica abbia davvero bisogno di giovani interessati al bene pubblico e ai processi della politica”.

La tua idea di Sinistra in quattro parole.

“Ascolto, Confronto, Dialogo e Analisi. Ascolto perché è indispensabile comprendere le problematiche e le esigenze delle persone, dunque confrontarsi e dialogare con loro al fine di trovare soluzioni congiunte e comuni, ma la Sinistra è anche quella capace di elaborare analisi e di interrogarsi prontamente sulla società di cui è parte integrante”.

Il PD, a livello nazionale, non versa certo in buone condizioni, tanto che il suo futuro è stato messo in discussione anche da diversi suoi esponenti di primo piano come Carlo Calenda. A tuo parere il PD è ancora utile oppure è giunto il momento di concepire qualcosa di nuovo?

“Il PD deve ritrovare la propria strada, ricordarsi della propria storia e tornare a mostrare valori e ideali. Non condivido quanto auspicato dall’ex ministro Calenda e sono fermamente convinto che il Pd debba guardare a Sinistra, cercando quei consensi persi nel corso di questi ultimi anni, dialogando con più parti sociali e, in particolar modo, guardando agli ultimi, a coloro che rappresentano le cosiddette periferie sociali”.

Ai vecchi comunisti si insegnava a partire sempre dall’autocritica: cosa non ha funzionato nella gestione Renzi?

“Il Governo Renzi ha compiuto enormi passi in avanti sotto diversi punti di vista, ma credo siano mancati proprio l’ascolto e il dialogo con le diverse ed eterogenee parti sociali in campo. Una politica costruita sul leaderismo non potrà mai essere ampiamente condivisa e sostenuta”.

Come giudichi la Carpi in cui vivi?

“Credo che la nostra sia una città virtuosa, con un’attenzione alle persone fragili, una grande qualità degli eventi culturali, centro storico e periferie vivibili. Desidererei tuttavia una maggiore partecipazione dei giovani alla vita pubblica, un più ampio coinvolgimento dei partiti e non solo degli amministratori locali, una più spiccata attitudine all’ascolto da parte della politica e dell’Amministrazione. Tra i progetti che vorrei veder realizzati, c’è sicuramente la Casa della Salute e magari qualche progetto ‘aperto’, concordato con la cittadinanza”.

Quale sarà il tuo programma di sviluppo e azione per i GD e come vi porrete nei confronti dell’Amministrazione?

“Cercheremo di dialogare il più possibile con le realtà giovanili del territorio, in modo tale da elaborare, eventualmente, proposte volte a migliorare la città. Il confronto aperto con tanti giovani sicuramente sarà il primo punto della nostra agenda. Continueremo a parlare di scuola, università e specialmente lavoro: le tematiche a noi più care. Come GD abbiamo intenzione di seguire attentamente l’operato di Giunta e Consiglio e fare proposte laddove lo riterremo necessario”.

Cosa deve fare il PD, a livello locale, per coinvolgere e appassionare le giovani generazioni?

“Cercare di far conoscere ai giovani il complesso mondo dell’amministrazione della cosa pubblica. Mi spiego meglio: dovrebbe promuovere eventi che possano attirare l’attenzione dei più giovani. Non si parla solo di iniziative frontali che spesso allontano le nuove generazioni, ma della ricerca di modalità di confronto nuove e forse più giovanili. Un esempio potrebbero essere aperitivi che riescano a unire la serietà del confronto con un ambiente dinamico”.

Ogni volta che viene abbattuto un albero in città sorgono molte lamentale e c’è chi afferma che non basti ripiantumarne in periferia. Per te Carpi è una città verde o c’è troppo cemento?

“Credo che la nostra sia una città verde e che molte delle critiche espresse siano anche il frutto di poca informazione e conoscenza della questione. E’ inevitabile dover abbattere degli alberi nel momento in cui risultino essere malati, anche perché se ciò non venisse fatto questi potrebbero cadere da un momento all’altro causando gravi danni a cose o ancor peggio a persone. Sono convinto che si possa fare meglio, ma sono anche sicuro che Carpi sia una città attenta al verde”.

Con l’ultimo voto, e stando ai recenti sondaggi, gli italiani sembrano approvare la linea di Salvini rispetto all’immigrazione. E a Carpi, come pensi stia reagendo la comunità al tema del rapporto con gli stranieri?

“Il voto del 4 marzo ha avuto modo di delineare quanto il tema dell’immigrazione sia sentito nel nostro Paese. Personalmente ritengo che a Carpi si stiano mettendo in pratica importanti politiche d’integrazione, un esempio potrebbe essere l’operato della Consulta per l’Integrazione: organizza molteplici eventi in grado di far entrare in contatto diverse culture. Ho partecipato al pranzo promosso dalla Consulta qualche settimana fa e mi si è aperto un mondo: ho compreso meglio tradizioni e culture differenti, conosciuto persone con tante storie diverse alla spalle. E questo è il punto: conoscenza reciproca. Integrarsi non è affatto semplice, perché è necessaria la volontà di entrambe le parti, il tempo – non essendo qualcosa di rapido, ma necessariamente strutturato e continuativo – ma anche le persone. A tal proposito, leggo spesso sui social network giudizi, offese di persone che molto probabilmente non hanno nemmeno mai provato a costruire qualcosa di condiviso”.

La Sinistra, intesa nel suo modello Novecentesco, sembra essere in crisi – di consenso e identità – un po’ in tutta Europa, se non nell’intero Occidente…

“La Sinistra contemporanea sta indubbiamente vivendo uno dei suoi periodi peggiori, probabilmente anche a causa della sua incapacità di attrarre gli strati sociali meno abbienti, a differenza di quanto accadeva in passato. D’altra parte, credo che non ci si concentri mai troppo sui diritti civili, che rappresentano sicuramente uno dei pilastri della Sinistra. Ciò che non è stato e forse non è tuttora compreso sono le politiche in materia economica e di lavoro, che non sono certo state ampiamente condivise e che il ceto medio non ha apprezzato. La Sinistra, inoltre, non ha saputo fare ciò che ritengo essere di vitale importanza: unire. Così come quella italiana, anche quella europea e mondiale non hanno saputo unire, non hanno dato risposte forti a chi si sente lasciato solo, abbandonato e indifeso”.

Come immagini Carpi tra 20 anni?

“La Carpi del 2040 la immagino come una città aperta, innovativa, all’avanguardia, attenta all’ambiente e alla sostenibilità e, soprattutto, alla propria cittadinanza, sia sul versante dell’aiuto agli ultimi, che come comunità multiculturale, sviluppando contemporaneamente la sua capacità di essere una collettività generatrice di tanti eventi ricreativi e culturali”.

Marcello Marchesini