Volevo Nascondermi è il titolo del nuovo film scritto e diretto da Giorgio Diritti sulla vita del grande pittore emiliano Antonio Ligabue, uno dei maestri dell’arte contemporanea internazionale, interpretato da Elio Germano e prodotto da Palomar, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Le riprese si stanno svolgendo prevalentemente nella provincia reggiana, là, dove Toni Ligabue, pittore naif e immaginifico, dipingeva tigri, gorilla, leoni e giaguari… Una vita di durezze, la sua, spesa tra gli sconfinati pioppeti delle golene del Po, che è stata allo stesso tempo una fiaba: la storia di un bambino solo ed emarginato che trovò nella pittura una forma di riscatto per esprimersi e farsi amare dal mondo. A caccia di comparse, la produzione ha organizzato un casting anche alla Corte dei Pio, nei locali del Circolo Arci Arcobaleno di Santa Croce, dove ha scelto, tra i numerosi candidati, anche il ventenne carpigiano Riccardo Senatore, studente universitario di Marketing e Organizzazione d’Impresa all’Ateneo di Reggio Emilia. “Da sempre sono interessato al mondo del cinema: come funzionano il set, le riprese… come nasce un film, insomma. Quando ho letto l’annuncio della Palomar, sostenuto dalla mia famiglia, ho deciso di lanciarmi, di mettermi in gioco e partecipare al casting. Dopo un paio di settimane la produzione mi ha contattato per invitarmi a due giornate di riprese a Guastalla e a Villafranca”. Un’esperienza entusiasmante nonostante la fatica: “non avrei mai pensato che fare la comparsa potesse essere tanto dura”, ride Riccardo. “Non ero mai stato su un set e devo ammettere che la macchina che si muove intorno alla creazione di un film è davvero straordinaria. Siamo stati praticamente tutto il giorno sotto il sole a girare e a girare ancora. Ora ho capito perché la gestazione di un film è così lunga: perché si fanno mille riprese da mille angolazioni differenti! La prima non è mai buona: le scene vengono rifatte innumerevoli volte”. A Guastalla, Riccardo ha interpretato il ruolo di un “giovane di buona famiglia, appartenente al ceto medio, in sella alla sua bicicletta”, mentre a Francavilla, “dove era stata ricreata una sagra paesana con tanto di saltimbanchi, trampolieri e pagliacci, io me ne stavo lì a guardare lo spettacolo, applaudendo e guardandomi intorno, cercando di essere il più naturale possibile”. L’atmosfera è talmente suggestiva da riuscire a trascendere il tempo e lo spazio: “ritrovarsi tutti insieme, con gli abiti di scena, ti catapulta indietro nel tempo, in anni che non conoscevo e che, grazie a questo film, ho potuto in un certo senso sperimentare e vivere”. Una magia, quella del cinema, che ha contagiato Riccardo: “se si dovesse ripresentare la possibilità di fare la comparsa non mi farei scappare l’occasione. Lo rifarei assolutamente”.
Jessica Bianchi