Se vogliamo costruire il futuro e non attendere che accada, occorre muoverci, presto e bene. Come fosse facile. Dobbiamo farlo come città e come capofila del distretto tessile-abbigliamento. Ce lo indica chiaramente il 12° Rapporto dell’Osservatorio di settore presentato recentemente, ma non serviva questo corposo documento – oltre 150 pagine, coordinato da Daniela Bigarelli – per trarre queste conclusioni.
Il documento è ben fatto, legge l’evoluzione del distretto (e non solo) nel periodo 2013-2017, ma è logico chiedersi se, un simile strumento che ha visto la luce nel 1990, abbia ancora l’utilità che, indubbiamente, ha avuto in passato.
Nel frattempo si sono aggiunti elaborati simili, ad esempio i lavori svolti da Intesa San Paolo, Smi, il Sistema Moda Italia e Federazione Imprese Tessili e Moda Italiana. Se poi aggiungiamo la velocità dei cambiamenti non certo paragonabile a quanto succedeva quasi trent’anni fa e alla Rete ormai a disposizione di tutti, si fa presto a trarre delle conclusioni. Insomma, leggerlo è come guardare una foto in bianco e nero nell’epoca dei selfie. Bella, suggestiva, ma datata. E, pur riconoscendo a Bigarelli grande professionalità, le risorse, forse, andrebbero indirizzate diversamente. E’ vero che per andare avanti occorre conoscere il passato, ma questo nostro passato, noi, lo conosciamo fin troppo bene. Le forze in campo, comprese le professionalità come quella di Bigarelli, vanno utilizzate per altro. Secondo Simone Morelli, vicesindaco con varie deleghe tra cui spicca l’Economia, “nel triennio esaminato, il distretto ha dimostrato capacità di rinnovamento. Molte aziende si sono riposizionate sul mercato investendo in ricerca sul prodotto, nel marchio, nelle reti distributive. Purtroppo però abbiamo assistito anche alla forte crisi dei consumi interni, alla difficoltà di ampliare e anche solo mantenere mercati esteri di sbocco e il risultato è stato un ulteriore processo di ridimensionamento del numero di aziende e una flessione dei livelli occupazionali. Per questo, come Amministrazione, ci siamo dati da fare per vivere a fianco delle nostre imprese le loro sfide quotidiane. Carpi Fashion System, al settimo anno di attività, anche grazie ai finanziamenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, opera nelle aree dell’internazionalizzazione, della formazione e dell’innovazione. Da quest’anno abbiamo messo a disposizione uno stabile in via dell’Agricoltura dove si svolgono manifestazioni fieristiche come Moda Makers e Collezione Filati. Con un importante investimento, 1 milione e 200mila euro, abbiamo iniziato la riqualificazione strutturale della Polisportiva Dorando Pietri che diventerà il Polo della Creatività, ovvero un centro per l’innovazione, la formazione professionale e la documentazione sul sistema moda. Carpi – prosegue Morelli – ha già il Labirinto della Moda (l’archivio del vecchio Citer, ndr) da qualche tempo anche in versione digitale e quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione e restauro del Torrione degli Spagnoli, in partenza nei prossimi mesi, avremo a disposizione una magnifica vetrina di promozione del sistema Carpi. A mio avviso – conclude Simone Morelli – è importante anche il sostegno che la cultura dà al settore: le mostre di grandi fotografi come Newton e Watson non sono certo casuali”.
Insomma, molta carne al fuoco, forse troppa perché esiste il rischio di disperdere le risorse che sono sempre più scarse. Ma le carte giocate da Morelli sono importanti, se non determinanti, affinché Carpi sia ascoltata in Regione. Proprio alla presentazione dell’Osservatorio Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive, ha parlato chiaro. Nascerà in Emilia Romagna un istituto tecnico superiore per il tessile-abbigliamento che avrà il design come punto di forza ma “non sarà necessariamente a Carpi”. Se in Regione pensano alla Romagna, dove il settore sta andando decisamente meglio che nel nostro distretto, dovrebbero riflettere bene perché noi stiamo investendo moltissimo, abbiamo tanto da offrire e la nostra storia lo indica chiaramente, poi loro hanno il mare e noi no, dunque non possiamo permetterci di perdere altre realtà produttive e posti di lavoro che non potremmo compensare col turismo. Costi quel che costi, c’è da combattere per avere la meglio. L’assessore mirandolese, a ragione questa volta, si è raccomandata di fare sistema e ha ricordato l’importanza dell’e-commerce che ha due giganti, Yoox e Amazon, presenti a Piacenza e, a breve, anche a Bologna. E noi siamo proprio in mezzo. Abbiamo una posizione strategica invidiabile, imparassimo una volta per tutte a sfruttarla.
A.B.