Il tema è caldo, anzi, caldissimo. Basti pensare alla sequela di insulti abbattutisi nei giorni scorsi sullo Zar, il pallavolista Ivan Zaytsev, reo di aver postato sul proprio profilo Instagram, uno scatto della sua bambina dopo essere stata vaccinata. Quella dei vaccini è una materia che scotta e divide e mentre certi rigurgiti no vax si registrano anche sul nostro territorio, il Governo ha avanzato un’ipotesi che sta facendo storcere il naso a molti. La svolta indicata dai ministri Giulia Grillo e Marco Bussetti sarebbe quella di “semplificare” le norme vigenti sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola. Nessun ritocchino – per ora – all’obbligatorietà delle vaccinazioni per accedere ai banchi di scuola, la novità riguarda soltanto le modalità: potrebbe infatti essere sufficiente un’autocertificazione da parte dei genitori. Ma si tratta davvero di una semplificazione? Il dottor Giovanni Casaletti, direttore del Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl Modena, è di tutt’altro parere: “rispetto alla situazione dell’Ausl di Modena e, più in generale, della nostra Regione, lo considero un passo indietro. I genitori sono chiamati ad autocertificare che la situazione vaccinale del proprio figlio è regolare ma, non essendo medici, potrebbero sentire la necessità di rivolgersi al pediatra di fiducia o alla Pediatria di comunità per avere informazioni. Non si tratta dunque, semplicemente, di apporre una firma, bensì di richiedere l’intervento di un professionista. Un iter dunque che, nel nostro caso, non facilita ma, al contrario appesantisce le famiglie. Nell’ultimo anno sono stati compiuti sforzi notevoli per far sì che i genitori potessero assolvere all’obbligo di documentare alle scuole la situazione vaccinale dei bambini causando loro il minor disagio possibile. Oltre alla possibilità per le famiglie di consultare il Fascicolo Sanitario Elettronico tramite il Portale della nostra Usl, il mondo della scuola e quello della sanità hanno collaborato e dialogato tra loro: le scuole hanno trasmesso alla Pediatria di Comunità l’elenco dei propri alunni e quest’ultima, a sua volta, ha verificato, nominativo per nominativo, ciascuna situazione, per poi restituire i dati relativi alla regolarità della situazione vaccinale agli istituti scolastici. Questo, di fatto, ha consentito ai genitori di dimostrare la regolarità della copertura vaccinale prevista per legge e necessaria per l’accesso alla scuola dell’obbligo dall’altro. Nell’ultimo anno, molti bambini che, per vari motivi non riconducibili alla cattiva volontà dei genitori, non avevano ancora completato il proprio percorso vaccinale, hanno ora regolarizzato la propria situazione proprio grazie all’introduzione dell’obbligo istituito dal Decreto Lorenzin, capace di richiamare l’attenzione su un tema tutt’altro che trascurabile”.
L’immunità di gregge per certe malattie infettive è aumentata?
“L’effetto gregge – ovvero la necessità di una copertura per ciascun vaccino del 95% – è raggiunto e garantito nel nostro territorio. Lo sforzo compiuto lo scorso anno ha consentito di garantire la salute e l’accesso a scuola in sicurezza anche per quei minori che, per vari motivi, non possono essere vaccinati”.
Il mese scorso a Formigine si è registrato un caso di morbillo. Alcune malattie si riaffacciano anche nella nostra provincia, qual è il rischio per la popolazione adulta che magari per motivi clinici non può ricorrere ai vaccini?
“La vaccinazione contro il morbillo al di sopra di quel famigerato 95% è estremamente importante per tutelare l’intera comunità. Il morbillo, infatti, è una malattia altamente contagiosa, e qualora se ne verifichino casi, la rapidità di intervento è fondamentale per cercare di arginare l’insorgenza di casi secondari. Dobbiamo renderci conto che, dai bimbi molto piccoli sino ai grandi anziani, tutti noi condividiamo un unico contesto e la vaccinazione costituisce uno strumento di tutela reciproca. Vaccinarsi è un gesto di solidarietà a cui tutti i membri della comunità non dovrebbero sottrarsi”.
Stando alle parole del ministro alla salute Giulia Grillo all’orizzonte si profila anche la fine dell’obbligo per sei dei 10 vaccini che oggi vanno fatti per accedere alle lezioni. Ne resterebbero dunque quattro, quelli già esistenti prima del Decreto Lorenzin. Posizioni di questo tipo possono generare o alimentare dubbi nei genitori?
“Purtroppo penso proprio di sì: un conto è il dibattito su cosa sia meglio fare, ma lanciare messaggi poco chiari può generare confusione. Affermare che non spetta all’Ausl dire a un genitore se il figlio ha terminato il suo percorso vaccinale e che, al contrario, è sufficiente una firma e un’autocertificazione, rappresenta un passo indietro rispetto a quanto fatto sinora. Una legge, anche se a volte può sembrare coercitiva, lancia dei messaggi culturali da non sottovalutare. In questo caso mi pare, ma potrei sbagliare, che il messaggio veicolato sia che sì, la vaccinazione è importante, però, in fondo, non così stringente per la salute del proprio bambino e della collettività scolastica che andrà a frequentare”.
Jessica Bianchi